L’orto urbano va di moda e fa il “tutto esaurito”
TRIESTE. «Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni?», chiede Goethe nel suo Viaggio in Italia. Oggigiorno lo Stivale non è più il giardino edenico incontrato dal sommo letterato tedesco ma, nel bel mezzo di uno dei paesi più cementificati d’Europa, spunta un fenomeno che prova come la cura del territorio sia un patrimonio non del tutto perduto: gli orti urbani. E il Friuli Venezia Giulia è una regione all’avanguardia. L’orto urbano è una tradizione consolidata e in espansione in tutti i capoluoghi provinciali: le domande superano puntualmente la disponibilità di spazi. Una regione, insomma, in cui il bisogno di ritorno alla terra è molto sentito.
La presidente di Coldiretti Fvg Rosanna Clocchiatti tratteggia una panoramica molto positiva: «Da tempo siamo attivi in questo campo e sono tante le realtà locali che ci hanno contattato per avere sostegno e supporto». Il motore del fenomeno sono proprio i Comuni: «Diverse amministrazioni si stanno mettendo in moto e le ragioni sono svariate: vuoi per l’avvicinamento delle persone alla coltivazione, per l’interesse verso prodotti sani e stagioni, oppure per esigenze di carattere sociale». Non più tardi di 20 giorni fa è stato avviato l’ultimo progetto di collaborazione fra Udine e Coldiretti: «Sono un po' di anni che lavoriamo assieme ormai, Udine è capofila a livello nazionale di tutta una serie di attività - dichiara Clocchiatti -. Noi li seguiamo dal punto di vista tecnico, mettendo in campo corsi di formazione e fornendo il supporto e l’esperienza dei nostri agricoltori».
Ma gli orti urbani sono ormai una realtà in tutta la regione: «Non credo ci siano province del Friuli Venezia Giulia più o meno interessate al fenomeno. La differenza è semmai tra località grandi o piccole: ovviamente nelle città maggiori c’è un’attenzione maggiore verso la possibilità di coltivare piccoli appezzamenti». Anche a Trieste si tratta di un fronte importante. Il Comune ha avviato numerose attività, contemplando i diversi impieghi dell’orto: educativo, sociale, terapeutico. Ecco perché diversi assessorati sono in campo con progetti che è possibile consultare sul sito www.ortitrieste.it. L’assessore comunale Elena Marchigiani commenta: «Il nostro è un progetto articolato e il più possibile trasversale. Esiste un aspetto culturale con seminari e corsi di formazione, c’è poi il coinvolgimento delle scuole, delle famiglie, dei centri per anziani e dei centri diurni, delle associazioni». Un sistema che comporta benefici su più livelli, non ultimo «il recupero leggero e a basso costo di territori che altrimenti sarebbero preda del degrado mentre così rispondono a una richiesta che viene dalla popolazione». Udine dispone di quattro aree deputate agli orti pubblici, e la loro gestione ha guadagnato al Comune diversi riconoscimenti. Durante la conferenza di conferimento del premio nazionale “Comuni virtuosi”, l’assessore comunale Carlo Giacomello ha definito così il progetto friulano: «Non si tratta infatti di “semplici” lotti da coltivare ma di un vero e proprio movimento culturale che offre alla città mostre, corsi, visite guidate, eventi». Ogni primavera si svolgono corsi gratuiti aperti a tutti, organizzati dal Comune e da vari operatori del settore agricolo (Coldiretti, Aiab, aziende udinesi e altri), mentre diverse associazioni assegnatarie degli orti offrono esempi pratici come percorsi di orto terapia, orti botanici, sussistenza economica, attività sociali.
A Gorizia l’orto urbano è una realtà decennale, spiega l’assessore Silvana Romano: «Gli spazi sono all’interno della casa di riposo cittadina. Ci apprestiamo però a consegnare una ventina di nuovi lotti, per le quali sono già arrivate sessanta richieste: contiamo nel futuro prossimo di soddisfare tutti, ricorrendo magari anche ai privati volontari in possesso di terreni bisognosi di coltivazione». Lo schema è valido anche per Pordenone dove gli orti esistono da diversi anni. Anche lì sono stati eseguiti corsi di formazione molto seguiti.
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