L’orso va a Grozzana. E fa lo spuntino a casa dell’apicoltore

Incursione del plantigrado sul Carso triestino, tra le arnie della famiglia Carboni Abrami. «Ne ha divorata una. Sul melario ci sono i segni degli artigli»
Lasorte Trieste 30/06/15 - Grozzana, Arnia danneggiata da Orso
Lasorte Trieste 30/06/15 - Grozzana, Arnia danneggiata da Orso

TRIESTE Si è seduto a tavola senza essere stato invitato. Ha mangiato e se n’è andato via come se niente fosse, lasciandosi alle spalle i resti di un lauto, quanto dispendioso, banchetto. Una toccata e fuga che ha avuto come protagonista un orso, la cui incursione ha gettato nello scompiglio la famiglia Carboni Abrami, apicoltori che vivono e lavorano a Grozzana, a due passi dall’ex confine di Pese. Il plantigrade ha fatto la sua comparsata nella mattinata di domenica ma i proprietari del terreno, dove è stata sistemata una fila di 65 arnie, se ne sono accorti solo il giorno dopo. «Eravamo a casa – ricorda Martina Carboni, la figlia ventottenne di Virginio, finanziere in pensione e apicoltore di professione - . Peggy e Kira, i nostri due bastardini, hanno incominciato ad abbaiare. Non la smettevano più. I loro latrati erano diversi dal solito: un misto fra la rabbia e la paura».

Tre anni fa un orso aveva già fatto visita a Grozzana. Si era diretto verso il civico 21, l’ultima casa dell’abitato carsico prima del bosco, dove abitano i Carboni Abrami. Era stato attirato dai laboratori dove gli apicoltori effettuano la smielatura. Anche allora i due cani avevano messo in allarme i proprietari di casa, che usciti nella spaziosa corte avevano visto un esemplare di taglia media, per nulla impaurito, che si era alzato sulle zampe posteriori nel tentativo di superare il cancello dell’abitazione.

«Questa volta non ci siamo trovati di fronte l’animale – racconta Martina - ma abbiamo rinvenuto i resti della sua scorribanda». Un’arnia è andata completamente distrutta. Il melario, la struttura che serve a raccogliere il miele e che viene posta sopra al nido delle api, ha fornito all’orso l’oro liquido. Il danno ammonta a poco più di 400 euro, se si considerano i telai distrutti, il miele andato perduto e la mancata produzione che le api avrebbero dovuto garantire nel prossimo futuro. La perdita più grave, infatti, risulta essere l’uccisione della famiglia di api che abitava l’arnia.

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