Lorenzo, Jan e Max i tre cugini-eroi «Barca sugli scogli, soccorsi i cani»
Siamo di fronte alla presa di coscienza di un’urgenza, un aiuto da prestare immediatamente, forse a scapito della propria incolumità. Altro che generazione Z, dedita solo a compulsare notte e giorno su un display del telefonino per essere costantemente connessi ai social. L’altra faccia della sferzata gioventù (sempre però da chi, anagraficamente, precede) è rappresentata sì dagli emuli di Greta che puliscono le spiagge dai mozziconi, sì dai bravi ragazzi che si fanno la stagione per pagarsi gli studi, ma anche da chi, nel momento del bisogno, non ci pensa due volte e allunga la mano. È accaduto venerdì attorno alle 17, durante la collisione di una barca a vela sugli scogli gradesi, all’altezza della Costa azzurra, di cui si è dato conto nei giorni scorsi. Ebbene tre cugini in ferie sull’Isola, due residenti in Baviera, uno a Gorizia, si sono prodigati per traghettare dalla barca due spauriti cagnolini di piccola taglia, in tutto nemmeno dieci chili di pelo e code scodinzolanti, sulla terra ferma. Lo hanno fatto imbastendo una catena umana, da seduti, in mezzo allo squasso delle onde che si infrangevano sul cemento: una delle bestiole, bagnate fradicie, era così atterrita che solo passandoselo di volta in volta, da una posizione raccolta, per abbracciarlo, si è riusciti infine ad assicurarlo a terra.
La storia dell’intervento di salvataggio è già stata riferita su queste colonne, ma ha svelato l’inedito retroscena che ha visto protagonisti Lorenzo, Jan (entrambi 15enni) e il più piccolo Max, 13 primavere compiute. «C’era la tempesta, le onde erano alte – ricorda Lorenzo – e noi, avendo la casa sulla Costa azzurra, avevamo deciso di andare a vedere il maltempo. Ci siamo avvicinati a osservare, notando subito una barca a vela in balìa delle onde. All’inizio pareva tutto sotto controllo, era a 30 metri circa dagli scogli, poi l’imbarcazione si è schiantata sulla roccia. E ci siamo allarmati». «Non sapevamo che fare, il mare era agitato e ovviamente abbiamo temuto anche per la nostra sicurezza – prosegue –, ma ci siamo avvicinati e arrampicati sugli scogli. Siamo arrivati lì prima di tutti, assieme a due uomini». «Jan – spiega –, con uno dei due adulti, teneva fermo più che poteva la sacca che raccoglie la vela, per farla sbattere il meno possibile. Io e Max, che poi ha portato a terra anche la borsa di una delle due signore a bordo, ci siamo fatti passare i due cagnolini dall’imbarcazione». Tale era lo stato di agitazione di un animale che uno dei cugini è rimasto con le braccia graffiate dalle zampette della bestiola. «Tremavano – continua Lorenzo – così uno di noi lo teneva, da seduto, fermo, mentre l’altro si alzava e tornava ad accucciarsi per riprenderlo in braccio: in questa catena umana, dagli scogli lo abbiamo fatto arrivare a terra e le signore, poi, ci hanno ringraziato». Gli uomini invece hanno aiutato a scendere le donne dalla barca, che ha riportato ingenti danni e i giorni successivi è stata traghettata via. Una storia a lieto fine, che ha avuto anche tre giovanissimi eroi. –
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