L'Ordine degli avvocati di Trieste "intasato" dalle richieste dei rifugiati

L'allarme della presidente MariaPia Maier: "Le istanze inerenti la protezione internazionale dello straniero sono oltre la metà di quelle complessive. Nel 2016 avevamo avuto 873 richieste, nei primi sei mesi del 2017 sono già 617"

TRIESTE E’ boom all’ordine degli avvocati di Trieste di richieste di ammissione al patrocinio a spese dello Stato presentate da stranieri che ricorrono contro il provvedimento di diniego dello status di rifugiato. “Su 1847 istanze presentate nel 2016, 873 (il 47%) erano relative a rifugiati. Nei primi sei mesi di quest’anno le istanze complessive sono già 1172 e 617 (il 52%) sono inerenti la protezione internazionale dello straniero – ha spiegato Mariapia Maier, presidente dell’ordine degli avvocati di Trieste - La situazione è davvero pesante non solo per il tribunale, ma anche per il consiglio dell’ordine che si trova di fatto intasato dovendo istruire un numero così elevato di pratiche. Ci sono tre persone che ormai si dedicano a tempo pieno alla gestione di questa attività, mentre le code allo sportello si vanno allungando. E ci sono avvocati che si sono specializzati in questa materia e che si presentano allo sportello con pacchi di domande. Per l’avvocato, del resto, il tema dei diritti fondamentali rimane centrale perché ne sottolinea il ruolo di garante”.

Il resto delle istanze di ammissione al patrocinio a spese dello stato sono perlopiù di persone che si trovano ad affrontare conflitti familiari conseguenti a separazioni o divorzi: a Trieste si ricorre al giudice non solo per definire l’ammontare dell’assegno di mantenimento ma anche per questioni attinenti la gestione quotidiana dei figli minorenni che vanno dalla scelta della meta delle vacanze estive a quella sul tipo di scuola da frequentare fino alla decisione sul fare o meno la comunione.

“In questo siamo in linea col resto della nazione – aggiunge Maier - ma avere a Trieste un tribunale che lavora cercando di dare risposte in tempi fisiologici facilita, di fatto, il ricorso alla litigiosità. Serve creare un “pronto soccorso famiglia” dove gestire le situazioni di criticità sottraendo questo carico di lavoro ai giudici. Un organismo sempre operativo che decida rapidamente. Spesso le discussioni riguardano le spese: sul punto abbiamo già elaborato un protocollo con il tribunale che definisce un elenco di quelle non suscettibili di essere messe in discussione. Uno strumento che esclude dal contenzioso un buon numero di liti che altrimenti graverebbero sul giudice“.

Anche di questo si parlerà domani in occasione dell’assemblea degli avvocati del Nordest in programma sabato 8 luglio 2017 alle 10 alla Stazione Marittima di Trieste.

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