L’orchestrion suona dal 1840 Ma ora serve un accordatore

Cervignano: lo strumento musicale è custodito in una storica trattoria, meta anche di appassionati L’organo è stato costruito alla fine del 1700 a Praga. «Stiamo cercando un esperto per sistemarlo»
Bonaventura Monfalcone-09.02.2018 Organo automatico-Trattoria al Campanile-Scodovacca-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-09.02.2018 Organo automatico-Trattoria al Campanile-Scodovacca-foto di Katia Bonaventura

CERVIGNANO. È stato costruito alla fine del 1700, a Praga, ed è ancora funzionante. È considerato un pezzo di storia della cittadina friulana ed è l’unico strumento musicale, peraltro particolarmente complesso, di questo genere presente in Friuli. L’orchestrion, battezzato come “orchestron”, è custodito in una delle sale della storica trattoria Al Campanile, di proprietà, da ben 7 generazioni, della famiglia Duca. Di fabbricazione ungherese, l’orchestrion è ancora perfettamente efficiente. Mediante un peso collegato a un rullo di metallo suona una decina di valzer e polche. «Si trova all’interno della nostra trattoria – raccontano le sorelle Elisabetta e Annalisa Duca, che oggi gestiscono il locale – dal 1840. È stato acquistato in occasione dell’inaugurazione. Da quel giorno è rimasto sempre qui. È stato sistemato, anni fa, da un maestro di musica che abita a Terzo. Adesso avrebbe bisogno di essere accordato ma non è facile trovare una persona in grado di poterlo fare. Oggi, comunque, è ancora possibile ascoltare la musica. Resiste al tempo senza problemi. È indistruttibile».

Inestimabile il valore, una testimonianza storica importante, che risale agli anni in cui regnava l’imperatrice d’Austria-Ungheria, Maria Teresa. «Tantissimi clienti vengono da noi per mangiare ma anche per ammirare questo meraviglioso strumento musicale – spiegano ancora le sorelle Duca –. Ogni tanto qualcuno ci chiede di ascoltare qualche pezzo e allora diamo il via alle danze. Insomma, una sorta di jukebox dei tempi asburgici». Il locale è stato fondato da Antonio Duca nel 1840. All’inizio era una trattoria con annessa calzoleria e alloggio per i cavalli. C’era anche il fermoposta. «Durante la guerra, in tanti venivano da noi per telefonare: all’epoca il numero era composto da sole 4 cifre: 2018. Si sono susseguite ben 7 generazioni. La mamma, assieme al papà, mancato nel 2008, e agli zii Antero e Annamaria presero in mano l’attività di famiglia nel 1974. Io e mia sorella siamo subentrate nel 1996, quando lo zio è deceduto».

Annalisa si occupa della sala e dei dolci mentre Elisabetta è la regina indiscussa della cucina. «Nel 1996 – aggiunge Elisabetta – abbiamo rilevato dal papà e dallo zio l’albergo-ristorante. Abbiamo sempre avuto una grande passione per la ristorazione. Nel corso degli anni, abbiamo raccolto e conservato ricettari molto preziosi. Nonna Lucia ci ha insegnato a leggere e anche a sperimentare cose nuove. Adesso abbiamo creato tante ricette tutte nostre, che spesso scriviamo anche sui muri della cucina».

Intanto, Annamaria ed Elisabetta, si sono già messe al lavoro per sistemare l’orchestrion. «Abbiamo contattato tante persone, anche da fuori regione – confermano –. Stiamo cercando qualcuno competente che possa metterci mano. Ci stiamo dando da fare, speriamo che qualcuno risponda all’appello».

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