L’opposizione al presidente del Consiglio regionale Fvg: nella casa comune una scritta per Giulio

I capigruppo al forzista Zanin: «Sia garante di tutti» La replica: «Striscione? Tutto ora viene strumentalizzato»
People during a march and torchlight procession in memory of the Italian researcher Giulio Regeni, who was abducted, tortured and murdered in Cairo (Egypt), in Rome, Italy, 25 January 2018..ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
People during a march and torchlight procession in memory of the Italian researcher Giulio Regeni, who was abducted, tortured and murdered in Cairo (Egypt), in Rome, Italy, 25 January 2018..ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

TRIESTE I grillini, per primi, hanno appeso il cartello giallo fuori dai loro uffici. Poi sono stati i dem a esporre nei locali del gruppo consiliare il simbolo che ricorda Giulio Regeni e chiede che venga fatta luce sulla sua morte. Ieri, infine, l’iniziativa è stata di tutti i capigruppo dell’opposizione: una richiesta a Piero Mauro Zanin, presidente di piazza Oberdan, di farsi «garante di tutti e individuare una sede consona per l'affissione dello striscione “Verità per Giulio Regeni”». O, in alternativa, di consentire «nelle sedi istituzionali, che sono di tutti e non di una parte, la possibilità di esporlo».

La sollecitazione è contenuta in una lettera firmata da Sergio Bolzonello per il Pd, Ilaria Dal Zovo per il M5S, Tiziano Centis per i cittadini, Massimo Moretuzzo per il Patto per l’Autonomia e Furio Honsell per il gruppo Misto. Si tratta della formalizzazione di quanto già chiesto verbalmente la scorsa settimana nel corso dei lavori d’aula «in merito alla possibilità di utilizzo di spazi comuni delle sedi di rappresentanza ritenuti di non esclusiva proprietà o uso della giunta o di una maggioranza consiliare in quanto sedi istituzionali rappresentative dell’intera comunità regionale», recita la lettera (senza precisare se la richiesta sia quella di uno spazio dentro o fuori il palazzo). Una questione, dunque, anche di principio. Quanto al caso specifico, i firmatari richiamano la discussione sulla mozione “Mantenimento dell'impegno della Regione nella ricerca per la giustizia e verità sul caso Regeni” e si rivolgono a Zanin chiedendo, «semplicemente e ufficialmente» di poter consentire l’esposizione dello striscione, quello che il governatore Massimiliano Fedriga ha invece tolto da Palazzo. Una richiesta, insiste l’opposizione, «priva di strumentalizzazione».

Ma è proprio su questo argomento che Zanin non pare pronto ad adeguarsi. È appunto il timore della strumentalizzazione che sta convincendo il presidente del Consiglio a non esporsi né in un senso né nell’altro. Come non ha tolto, e non toglierà, il banner giallo “Verità per Giulio Regeni” dalla pagina internet dell’Aula, così non farà probabilmente esporre lo striscione in piazza Oberdan. «In questa fase – spiega Zanin – ogni iniziativa viene strumentalizzata. Perché appendere adesso in Consiglio uno striscione che non c’è mai stato? Si tratta di vicende solo polemiche, quando invece, anziché coperte di Linus, servirebbero atti concreti. Manifestazioni e fiaccolate vanno bene, ma perché non siamo ancora arrivati a posizioni dure nei confronti dell’Egitto, al ritiro degli ambasciatori, a verifiche serie all’università di Cambridge sull’incarico di ricerca affidato a Giulio?» Quanto alla decisione di Fedriga di rimuovere lo striscione dai palazzi della giunta, nessun commento. Ma la rassicurazione che «il governatore è rispettoso dei ruoli».

Intanto, fuori da palazzo, la petizione lanciata nei giorni scorsi su change.org e intitolata “Rimettete lo striscione di Regeni sul palazzo della giunta regionale Friuli Venezia Giulia” ha raggiunto e superato le diecimila firme (erano 10.392 alle 21.30 di ieri).

Stamattina alle 11 al Caffè San Marco tocca invece alla Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin far sentire la sua voce in merito alla vicenda, in una conferenza stampa con le associazioni che si sono mobilitate nel corso del tempo a sostegno dell’operazione verità. —


 

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