Lonely planet scopre il fascino di Trieste
TRIESTE
Trieste, questa sconosciuta. Anzi, questa strana città sfuggente che non fa vedere tutto subito ma si dona un pezzo alla volta, lasciandosi cercare con la spontaneità di chi ha molto da offrire senza alcun bisogno di ostentare.
Sarà perché ai triestini piace vivere in una città che, prima di tutto, è casa loro. Sarà perché chi non sa cos'è un “capo in b” è automaticamente un “foresto”. Sarà perché a Trieste si pensa come alla città di passaggio per andare in Croazia e d'estate, oppure perché gli strascichi dei suoi ultimi controversi sessant'anni di vita la tengono ancora per le caviglie, impedendole di aprire le ali e spiccare il volo.
Non si sa bene che cosa abbia spinto il sito americano della Lonely Planet a mettere Trieste in cima alle dieci città più affascinanti e al contempo più ignorate del mondo. Eppure, secondo la casa editrice australiana di guide turistiche, è proprio lei la reginetta dello charme meno compreso dal turismo internazionale. La classifica è stata pubblicata lo scorso lunedì su www.lonelyplanet.com (link completo: http://www.lonelyplanet.com/italy/friuli-venezia-giulia/trieste/travel-tips-and-articles/77017) a firma dell'autore Abigal Blasi che, prima di stilare la sua lista, si suppone abbia fatto un bel giro del mondo alla scoperta di luoghi dove le masse non arrivano ma meritano di essere conosciuti ed esplorati. Trieste è al primo posto e la notizia on line è accompagnata da un'immagine notturna di Piazza Unità.
“Perché questa anomala città italiana non è fra i 'must' delle visite turistiche? - si chiede Blasi rivolgendosi a Trieste – È un meltin pot di culture che sorge sul mare, a due passi dalla Slovenia.” E ancora: “Era il porto principale dell'Impero austro-ungarico e conserva un attraente, elegiaco senso del passato. James Joyce ha iniziato qui a scrivere l'Ulisse, non a Dublino. Trieste è ricca di splendore asburgico, dai suoi caffè viennesi, alla cucina del centro-Europa, al suo immenso lungomare neoclassico”.
Una città adatta a chi si trova bene in mezzo al caos, ma non rinuncerebbe mai alla tranquillità di un tramonto sul mare. Un capoluogo che forse è meno italiano di quanto vorrebbe essere e più europeo di quanto esso stesso riesca a realizzare. Una via di mezzo, un ibrido, una città difficile da capire fino in fondo per chi viene da fuori. «Il fatto che Trieste rimanga sempre un po' nascosta fa parte del suo fascino – dice il sindaco Roberto Cosolini – Anzi, credo che sia uno dei suoi punti di forza». «D'altro canto dobbiamo ammettere di essere stati anche un po' troppo nell'ombra, negli ultimi anni, e dobbiamo lavorare per valorizzarci e farci conoscere di più».
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