Londra in fiamme si allarga la rivolta

Morto un ragazzo. Quasi 600 arresti nelle città inglesi Cameron: «Riporteremo l’ordine». Appello della Farnesina

di Paolo Carletti

ROMA

La rivolta da Londra si estende a tutte le maggiori città inglesi, mentre si registra la prima vittima, un 26enne colpito con un’arma da fuoco nei pressi di Croydon probabilmente in un regolamento di conti tra bande. Anche la terza notte è stata guerriglia, con feriti, arresti, incendi in molte zone di Londra ma anche a Birminghan, Liverpool, Manchester. Migliaia i giovani incappucciati che sono scesi nelle strade distruggendo tutto quello che incontravano e dando alle fiamme automezzi ed edifici. Particolarmente impressionante il rogo che ha devastato ad Enfield il principale centro di deposito della Sony, 22mila metri quadrati, prima svuotato dalle bande e poi incendiato. Il premier David Cameron ha interrotto le ferie in Toscana e ha subito avvertito che sarà usato il pugno duro: «Si tratta di pura e semplice criminalità - ha detto - e faremo di tutto per riportare l’ordine, i responsabili dei disordini sentiranno la forza piena della legge». 16mila i poliziotti schierati da ieri nella capitale che potranno sparare proiettili di gomma, mentre per ora il governo inglese ha escluso l’intervento dell’esercito. Cameron ha presieduto una riunione del "Cobra", il Comitato speciale di crisi del governo. Il premier ha quindi comunicato che convocherà per domani il Parlamento (in questo periodo chiuso per ferie), per riferire sull’accaduto e sui provvedimenti presi. I disordini non accennano però a placarsi. Le notizie, inoltre, che arrivano dall’inchiesta aperta sull’uccisione di Mark Duggan, il 29enne freddato dalla polizia durante un inseguimento a Tottenham giovedì scorso, confermano che Duggan non ha sparato contro gli agenti. La commissione interna della polizia londinese, la Ipcc, ha accertato in base alle perizie balistiche che la vittima è stata colpita con un solo colpo, mortale, al petto, ma senza poter reagire. Era stata proprio la morte di Duggan a innescare le prime proteste pacifiche, cavalcate quasi subito dalle violente bande giovanili delle periferie più disagiate della metropoli inglese, e dalla serata di lunedì anche di molte altre città. In tre notti di violenze solo a Londra sono 111 gli agenti feriti (colpiti anche cinque cani poliziotto), mentre gli arrestati sono 525 (tra cui anche un bambino saccheggiatore di 11 anni), e 140 a Birminghan. Decine i dimostranti feriti, che però difficilmente si fanno curare negli ospedali. A questo proposito la Farnesina ieri ha raccomandato agli italiani presenti in Inghilterra di «evitare assembramenti di piazza». Molti gli studenti italiani che in questo periodo sono a Londra, ma tutti evitano di avventurarsi per le strade quando cala la notte. Negozi e pub, in molte zone della capitale, ieri hanno chiuso con largo anticipo, temendo un’altra ondata di violenze. Rinviate le partite di calcio, numerosi teatri di Londra da ieri hanno cancellato gli spettacoli. E ieri sera gli incidenti sono cominciati in anticipo rispetto ai giorni precedenti, con scontri e saccheggi a Birminghan e in alcune cittadine vicine, oltre che in quasi tutti i quartieri di Londra. Una protesta che da pacifica si è tramutata in una rivolta delle periferie, dei disoccupati e dei poveri, ma anche di molte gang criminali. Di una di queste probabilmente faceva parte il 26enne ucciso a Croydon dopo una rissa e un inseguimento tra due auto finito con un conflitto a fuoco. Il giovane è stato colpito da un proiettile alla testa. Nella zona c’erano stati diversi saccheggi e incendi di edifici. L’Associazione delle compagnie di assicurazione stima che i danni ammontino a decine di milioni di sterline. Una stima purtroppo solo parziale.

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