L’omosessualità nel calcio un tabù che resiste sui campi

Fabio Canino parlerà domani  dei giocatori gay affrontando un tema scottante di «profonda ipocrisia»

Nel macho mondo del calcio italiano ai massimi livelli l’omosessualità ufficialmente non esiste: in tutta la storia del campionato di serie A non c’è mai stato un giocatore che abbia fatto coming out. Questa profonda ipocrisia del mondo del pallone nostrano, esemplificata dall’affermazione dell’ex allenatore della nazionale Giovanni Trapattoni, che disse che in Italia calciatori gay non ce n’erano, è stata per Fabio Canino, attore, scrittore e conduttore radiofonico, la molla che l’ha convinto a scrivere “Le parole che mancano al cuore” tenera storia d’amore omosessuale tra due calciatori. Il romanzo, edito da Sem edizioni e uscito da poco in libreria, sarà presentato dall’autore, voce di “Miracolo italiano” su Radio2 Rai, a Link domani alle 12. 20, in una conversazione con il giornalista di RaiSport Alessandro Antinelli.

La storia narrata è quella di Matteo, che fin da quando ha iniziato a giocare a pallone seriamente ha deciso di tenere per sé il suo segreto, obbligandosi a una vita di amori nascosti. Matteo è convinto che sia meglio tacere, perché:«“se qualcuno l’avesse reso pubblico, lui non avrebbe più avuto il coraggio di scendere in campo».

Ma in questa vita costretta al sotterfugio s’inserisce Thiago, piede magico pescato da un talent scout nelle favelas brasiliane quando era ancora bambino, che entra a fare parte della squadra di Matteo. Tra i due scatta subito una magica intesa, un sentimento che va oltre le resistenze dell’ambiente calcistico in cui vivono e le loro stesse remore, che li unisce a tal punto da oltrepassare ostacoli che sembravano insormontabili. Canino, qui al suo secondo romanzo, ha scelto di raccontare la forza dei sentimenti per squarciare il velo dell’ipocrisia che continua a circondare il mondo del calcio italiano. «Con questo romanzo ho tentato di gettare il classico sassolino nello stagno in uno degli ultimi avamposti del machismo: ritengo che i giocatori siano pronti a un cambiamento. Ne parlavo anche con Marco Tardelli: basterebbe che soltanto uno di loro facesse coming out e dopo un primo momento di caos si tornerebbe alla normalità. Le uniche a non essere pronte, e per questioni meramente economiche, sono le società di calcio: hanno paura di perdere soldi e abbonati», argomenta Canino. Ma, continua l’autore, è difficile prevedere quando arriverà il momento del primo coming out in ambito calcistico: «Oggi sull’Italia si addensano molte nuvole nere, rigurgiti medievali che richiamano folle. Ci vorrebbe invece un segnale deciso da parte della società in questa direzione. Ma è anche vero che l’amore ti fa fare follie, ti fa sentire invincibile: chissà che il primo coming out non avvenga proprio sulla scia dell’amore». –

G. B.



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