L’Ogs chiude il cerchio: stop agli insediamenti dentro il Magazzino 26
TRIESTE Cos’è, alla fin fine, il Magazzino 26? Due commissioni comunali, la IV e la V, hanno compiuto un sopralluogo nell’edificio simbolo del Porto vecchio, al fine di inquadrare il piano della giunta per il palazzo, anche alla luce delle ultime novità. Facciamo subito il punto: fra qualche anno, se la linea data da questa giunta verrà mantenuta, l’edificio ospiterà un museo scientifico nato dalla fusione del Museo del Mare e di quello di Scienze naturali (progetto Consuegra), l’infopoint turistico con “convention visitors boureau”, il nuovo Museo Irci con le masserizie degli esuli, la Sala Luttazzi per eventi culturali, l’Immaginario scientifico e la Sezione di oceanografia dell’Ogs.
Gli assessori Elisa Lodi (Lavori pubblici) e Giorgio Rossi (Cultura) hanno accolto la comitiva di commissari capitanata dai presidenti di commissione Michele Babuder (Fi) e Manuela Declich (Lega). I due assessori hanno descritto il piano del Comune, armati di cartina. La capogruppo pentastellata Elena Danielis si è informata sul destino della sede attuale del Museo di Storia naturale, e Rossi ha risposto che sarà destinato ad ampliamento del Museo della Guerra per la Pace. La consigliera Pd Laura Famulari ha chiesto quali saranno i costi dell’infopoint mentre Giovanni Barbo ha fatto altrettanto per la sala Luttazzi: l’infopoint è costato circa un milione e 150 mila euro, mentre la sala 600 mila euro. Una stima per il trasloco del Museo di Scienze naturali, invece, non è ancora stata fatta. Paolo Menis del M5s ha chiesto si organizzi una commissione apposita sul Museo del Mare.
I consiglieri sono stati accompagnati dai tecnici e collaboratori del Comune nella Sala Luttazzi, 130 posti a sedere al terzo piano, ormai completata: entro il mese dovrebbe tenersi la serata di apertura. Scesi al secondo piano, il direttore dell’Irci Piero Delbello ha illustrato la futura configurazione del nuovo Museo della Civiltà istriana, fiumana e dalmata, comprensivo di masserizie: «Abbiamo disposto i mobili in lunghi corridoi in modo che possano essere attraversati dai visitatori – ha spiegato – che potranno così constatare che su ogni mobile c’è scritto un nome, dietro cui c’è una storia». Nel dialogo con i consiglieri, Delbello ha affermato: «Il 99% dei visitatori del nostro museo vuole andare a vedere le masserizie, che a loro volta andavano salvate. Questa razionalizzazione dà loro un senso».
Infine la mostra del Lloyd, che confluirà un domani nel Museo del Mare. Ad accompagnare i commissari la responsabile dei musei comunali Laura Carlini Fanfogna. Visitando la mostra, Antonella Grim di Italia Viva ha commentato: «È necessario riprendere in mano i cimeli del Lloyd facendosi avanti con Italia marittima, che pare averne molti nei suoi depositi». Il leghista Radames Razza ha ravvisato invece che «la visita ha colpito positivamente anche i consiglieri di opposizione» e rimanda «al mittente le critiche» del Pd.
Al di là delle schermaglie, è nell’area ove ora sorge la mostra del Lloyd, ha spiegato Rossi, che approderà l’Ogs, secondo quanto stabilito dall’istituto e dal Comune. «E con questo avremo occupato gli spazi del 26», ha chiosato l’assessore.
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