L’offerta di Generali per palazzo Carciotti a Trieste: sul piatto 6,5 milioni di euro

Proposta per l’acquisto inferiore del 57% rispetto alla quotazione di 14,9 milioni stimata dal Comune
Massimo Greco

TRIESTE. «Riteniamo che il prezzo d’acquisto dell’immobile, nello stato attuale, non possa essere superiore ad euro 6.500.000,00». Firmato Aldo Mazzocco, amministratore delegato di Generali real estate sgr. Destinatari il sindaco “Di Piazza” e il responsabile di direzione generale Fabio Lorenzut.

Una valutazione sulle attuali condizioni

Oggetto: acquisto di palazzo Carciotti. Una valutazione - riporta la missiva - che tiene conto delle attuali condizioni dell’edificio neoclassico, della necessità di «un radicale intervento di ristrutturazione», di uno stato giuridico che limita l’intervento riqualificativo. I costi per rimettere in sesto e in funzione vengono stimati in una forbice tra i 60 e i 65 milioni di euro, per finanziare un cantiere che si protrarrà per alcuni anni.

La restituzione alla città con polo museale

Mazzocco auspica di restituire il Carciotti nel più breve tempo possibile alla vita economico-sociale triestina, articolandone l’utilizzo in parte a polo museale (presumibilmente la facciata anteriore sul mare) e in parte a una non meglio precisata «innovazione» del Leone. Sarà inoltre il Piano particolareggiato del centro storico a dettare la guidance progettuale. Mazzocco chiede infine a “Di Piazza” un incontro operativo in tempi brevi per perfezionare l’iter, restando in attesa di «sollecito riscontro».

Una cifra inferiore al prezzo del Comune

Beh, è indubbio che 6,5 milioni rappresentino una cifra assai inferiore ai 14,9 milioni per i quali il Carciotti è iscritto nell’elenco dei beni alienabili. Più o meno coincidono con il 43% della stima comunale, quindi le Generali hanno offerto il 57% in meno di quanto la posta sia inserita a bilancio. Dipiazza sapeva che la compagnia avrebbe proposto meno di quanto indicato dal Comune, ma probabilmente non si aspettava così poco.

Il municipio punta al rilancio dell’offerta

E adesso? Sembra che l’Immobiliare municipale stia lavorando a un’ulteriore stima, che dovrebbe attestarsi a 10 milioni 380.000 euro. Più o meno a metà strada tra la quotazione di vendita attuale e l’offerta della compagnia. Non va comunque dimenticato che il primo prezzo del Carciotti, risalente all’asta di esordio del settembre 2018, suggeriva 22,7 milioni di euro: in circa sei anni il povero Carciotti ha perso oltre due terzi della pesatura iniziale!

Il nodo della congruità con l’Agenzia delle entrate

Perché il Comune sta elaborando una nuova stima? Dipiazza, quando aveva ricevuto la proposta delle Generali, aveva dichiarato a botta calda che si sarebbe messo in contatto con l’Agenzia delle entrate per saggiare la congruità di un’offerta così distante dalla base di partenza. Dunque, potrebbe fargli comodo un “aggiustamento”, per rendere il prezzo meno traumatico rispetto alla quotazione ufficiale e cercare di negoziare con la compagnia.

Il passaggio in Consiglio comunale

Inoltre la cessione del Carciotti a una cifra più bassa dei 14,9 milioni richiede un passaggio in Consiglio comunale, in quanto il bilancio, che riporta quella quotazione, è stato votato dall’assise e a quell’assise deve tornare: l’opposizione (ma non solo essa) avrebbe da obiettare ad accettare una sforbiciata del 57% non adeguatamente motivata. La Corte dei conti potrebbe chiedere lumi.

Procedura di evidenza pubblica

Poi il palazzo non può passare di mano senza una procedura di evidenza pubblica. Cosa direbbe uno dei precedenti candidati (ufficiosi) all’acquisto, fuggito davanti all’idea di sborsare 15 milioni davanti al notaio e perlomeno il doppio davanti all’impresa edile, se l’edificio transitasse al Leone a 6,5 milioni o poco più?

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