L’occupazione femminile si avvicina ai dati del 2008

«Il quadro della situazione del lavoro e dell’occupazione, in Friuli Venezia Giulia, è un quadro fatto di luci e ombre, ma anche con alcuni dati positivi, come ad esempio il fatto che siamo tornati a...

«Il quadro della situazione del lavoro e dell’occupazione, in Friuli Venezia Giulia, è un quadro fatto di luci e ombre, ma anche con alcuni dati positivi, come ad esempio il fatto che siamo tornati a quota 500mila occupati». A dirlo è stata ieri sera a Gorizia Loredana Panariti, assessore regionale al Lavoro, partecipando al Palace Hotel di corso Italia all’incontro “Politiche attive del lavoro e occupazione in Fvg”, organizzato dal Partito Democratico. Non a caso con Panariti, assieme al ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo - che ha presentato una relazione sull’evoluzione dell’occupazione in Italia e in regione negli ultimi tre anni -, c’erano i consiglieri regionali del Pd Diego Moretti e Franco Codega. «Non possiamo ignorare alcuni segnali positivi, sul piano dell’occupazione, che invece alcune valutazioni politiche non oggettive tendono a considerare fallimenti del Governo - ha detto Moretti -. Si tratta di una retorica della crisi che non fa certo bene al Paese e alla regione».

In effetti i dati presentati da Russo spiegano che tra il 2013 e il 2016 sono stati recuperati oltre 734mila occupati del milione perso in seguito all’inizio della crisi, e in Friuli Venezia Giulia gli occupati nel 2016 si sono attestati a quota 500mila. Perdono peso i settori di industria e costruzioni, ma crescono terziario e servizi, con l'occupazione femminile, in particolare, tornata ai livelli del 2008. Ed un tasso di occupazione regionale che, complice anche un calo demografico, è salito nel 2016 al 64,7%, riavvicinandosi alla media Ue del 67%. «È importante parlare di politiche attive del lavoro, per capire come queste possono incidere positivamente sull’occupazione - ha spiegato l’assessore Panariti -. Uno degli elementi più positivi a cui assistiamo in regione è il calo degli inattivi, ovvero delle persone, giovani e meno giovani, che non hanno lavoro e nemmeno più lo cercano: vuol dire che ci sono molti disoccupati che si rimettono in gioco e rientrano nel mercato del lavoro». Su questo hanno inciso, ha detto Panariti, anche molti interventi della Regione, e strategico è stato il ritorno sotto la sua gestione dei servizi per il lavoro e dei centri per l'impiego. (m.b.)

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