Lo zio della ragazzina molestata: «La mia nipotina è scossa Continua a piangere»
«I miei figli stanno bene, sono forti, ma la ragazzina è molto scossa, continua a piangere. Ha pianto pure davanti ai carabinieri e allo psicologo quando ha raccontato quello che le era successo». Il padre dei due gemelli presi a calci, nonché il prozio della tredicenne molestata in acqua, racconta l’accaduto. Ieri sera, non appena è stato avvisato, si è precipitato a Barcola.
Quand’è stato informato?
Ho ricevuto una telefonata di mia moglie. Era spaventata. Si trovava nella zona del molo Cedas con i nostri gemelli di 10 anni e una nostra pronipote di 13. Mi ha chiamato allarmata raccontandomi di due uomini, l’uno sui 30 e l’altro sui 40 anni, che hanno molestato i ragazzi.
Cos’hanno fatto?
Uno ha palpeggiato mia nipote mentre era in acqua sferrando poi dei calci a uno dei gemelli che deve aver tentato di difenderla. Calci sul fianco sono stati dati anche a una bambina di origini bosniache che giocava con i miei figli. Poco prima avevano tirato sott’acqua una ragazzina di colore.
Sua moglie come ha reagito?
Ha preso i ragazzi e si è diretta verso la fontana di Barcola. Attendendo il mio arrivo si è accorta che i due li seguivano. A quel punto ha chiesto aiuto alla pattuglia dei vigili urbani che in quel momento non era vicino alla pineta ma verso la fontana per fare dei rilievi.
E poi?
I vigili hanno allertato i carabinieri. In pochi minuti due volanti si sono precipitate sul posto acciuffando subito i responsabili delle molestie.
Lei a quel punto era già arrivato sul posto?
Sì, e ringrazio i carabinieri per avermi impedito di fare qualche pazzia. Guai se non c’erano loro a fermarmi. Dalla rabbia non so cosa avrei fatto a quei due... Poi siamo andati tutti nella caserma dei carabinieri di Aurisina per la denuncia. Gli uomini delle forze dell’ordine sono stati eccezionali, umanamente e professionalmente.
Martedì sera ha denunciato l’accaduto su Facebook trovando tanta solidarietà. C’è stato anche chi, in risposta, ha segnalato molestie ai danni delle figlie sulla linea 10.
Dobbiamo avere il coraggio di denunciare. Senza denunce la polizia ha le mani legate. Non serve armarsi di spranghe per difenderci da quanto sta succedendo in questa città, l’importante è restare uniti e, telefono alla mano, avvertire le forze dell’ordine. In questo modo, con l’aiuto di istituzioni, forze di polizia e organi di informazione, possiamo isolare chiunque abbia cattive intenzioni.
Lei ha preso parte alla manifestazione organizzata recentemente dal pugile Fabio Tuiach ai Topolini.
Sì, perché sono per una convivenza pacifica. Non sono razzista, lavoro con gente di ogni razza, ho amici di diverse nazionalità... In pineta di Barcola ci sono famiglie di serbi fantastiche che si sono integrate benissimo e che stimo molto. Ma chi sgarra va denunciato. Per pretendere rispetto bisogna avere rispetto.
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