Lo yacht del principe ereditario di Dubai all’ex Arsenale per il restyling
TRIESTE «Love, life, liberty and luxury»: lo yacht, attraccato nei giorni scorsi al bacino di Fincantieri nell’ex Arsenale, si presenta con credenziali sicuramente ambiziose. Un tocco glamour, in queste settimane di mestizia epidemica, contribuisce al morale, alle casse, all’atmosfera.
Non sfuggirà che i quattro termini inglesi (la cui traduzione è amore, vita, libertà, lusso) sono accomunati dalla lettera “elle”: il nome dell’imbarcazione ne consegue perché il nostro ospite si chiama “Quattroelle”. Fincantieri dice che il committente richiede massima discrezione, per cui è restia a fornire informazioni: sembra che il prestigioso cliente resterà una ventina di giorni nelle acque triestine per il periodico refitting.
“Quattroelle” venne costruito nel 2013 per il quasi settantenne finanziere giamaicano-canadese Michael Lee Chin: se ne occupò un cantiere di grande tradizione come Lürssen, gruppo tedesco basato su più siti produttivi nella Germania settentrionale, tra Brema, Amburgo, il canale di Kiel. Misure di tutto rispetto: lunghezza 88 metri, 3000 tonnellate, velocità di crociera a 12 nodi (massima 17), design esterno e interno a cura di Nuvolari & Lenard. Per quanto riguarda la sistemazione, 8 cabine a disposizione di 16 ospiti. Equipaggio composto da una trentina di persone.
Ma poco tempo dopo “Quattroelle” passò di mano ed entrò a far parte dell’ingente patrimonio di Hamdan bin Mohammed al Maktoum, trentasettenne principe ereditario di Dubai. Patrimonio stimato, secondo quanto è possibile consultare sulla rete, in cinque miliardi di dollari. Il giovane sceicco è una figura in vista nel bel mondo internazionale: esperto di discipline equestri, poeta dal nom de plume di “Fazza”, educato nell’accademia militare britannica di Sandhurst.
Un bel colpo per Fincantieri, da tempo attiva nel delicato scacchiere del Golfo Persico, soprattutto nel settore militare. L’ex Arsenale, dove il gruppo navalmeccanico controllato da Cassa depositi e prestiti può avvalersi della collaborazione della contigua Cartubi, ha ospitato yacht di fascia alta: ricordiamo, sempre opera della Lürssen, “Azzam”, anch’esso proprietà di un alto esponente dell’establishment emiratino, uno dei più lunghi e veloci panfili a livello mondiale che fece visita a Trieste nel novembre 2018. Ancora un gioiello firmato Lürssen e anch’esso nelle disponibilità di un misterioso sceicco, il “Crescent”, ha avuto bisogno delle cure dell’Arsenale nel dicembre dello scorso anno.
Nell’autunno 2018 il magnate neozelandese Graeme Hart scelse invece per il suo “Ulysses” da 118 metri le terapie di Trieste refitting system e di Trieste yacht service. —
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