«Lo striscione pro Regeni rimosso dalla Regione venga esposto a Monfalcone»

In 224 firmano un appello per chiedere che il manifesto di Amnesty International tolto dal Palazzo di piazza Unità a Trieste venga affisso sul Municipio della città dei cantieri
Il balcone del Palazzo del Lloyd, sede della Regione che si affaccia su piazza Unit?? a Trieste, dove ?? stato esposto lo striscione giallo di Amnesty International con la scritta "Verit?? per Giulio Regeni" a Trieste, 08 ottobre 2016..ANSA/FRANCESCO DE FILIPPO
Il balcone del Palazzo del Lloyd, sede della Regione che si affaccia su piazza Unit?? a Trieste, dove ?? stato esposto lo striscione giallo di Amnesty International con la scritta "Verit?? per Giulio Regeni" a Trieste, 08 ottobre 2016..ANSA/FRANCESCO DE FILIPPO

MONFALCONE Si leva l’appello per chiedere che lo striscione giallo “Verità per Giulio Regeni”, tolto un mese fa a Trieste dal palazzo della Regione, adesso venga esposto sul Municipio di Monfalcone.

La decisione del governatore leghista Massimiliano Fedriga di rimuovere il manifesto di Amnesty International era rimbalzata alle cronache, anche internazionali, il 20 giugno scorso, esattamente un mese fa. Qualche giorno dopo il sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint, aveva preso le difese del governatore, espressione del suo stesso partito, con una lettera aperta, pubblicata sulle pagine del Piccolo.

Ma la mossa del sindaco non è evidentemente andata giù a parte degli abitanti di Monfalcone e del mandamento. La brutale uccisione del giovane ricercatore, avvenuta nel 2016 al Cairo, ha d’altronde profondamente scosso queste comunità. Giulio era di Fiumicello e sua madre, Paola Deffendi, è nata e cresciuta a Monfalcone, dove ha cominciato la sua carriera di insegnante.

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Così in 224 (173 residenti a Monfalcone, 51 nei comuni limitrofi, fra cui singoli cittadini e diversi esponenti di centro sinistra) hanno condiviso e sottoscritto questa petizione: «È difficile trovare le parole per scrivere della tragica vicenda di Giulio Regeni e della sua famiglia che chiede verità e giustizia per il proprio figlio. Lo facciamo in punta di piedi, spinti dalla necessità urgente in noi di dissociarci dalle parole espresse dalla sindaca di Monfalcone. Ci spingono quei sentimenti di turbamento ed emozione in cui siamo stati avvolti la sera del 31 maggio (quel giorno, nella parrocchia di San Nicolò, era stato presentato il documentario “Nove giorni al Cairo” realizzato da due giornalisti di Repubblica, ndr) in cui abbiamo incontrato i genitori che chiedono verità. Siamo con loro perché la vicenda di Giulio è la vicenda nostra, di un nostro figlio e non vogliamo sia dimenticata. Chiediamo che sia rilanciata con forza, soprattutto dalle istituzioni. Proprio per questo chiediamo che lo striscione tolto dal palazzo della Regione venga messo sul palazzo del Comune di Monfalcone. Solo mantenendo alta l’attenzione potremo evitare le strumentalizzazioni e le faziosità che ci allontanano dalla ricerca della verità».

L’appello è stato pubblicato sulla pagina Facebook de La Sinistra per Monfalcone, che ne ha coordinato la condivisione trasversale «pur non volendosene assumere la paternità» sottolinea la consigliera comunale Cristiana Morsolin (La Sinistra per Monfalcone).

È pur vero che in passato, ai tempi della giunta Altran, lo striscione giallo sventolava dalla vecchia sede del Consiglio comunale. Ma questa petizione fa esplicito riferimento alla recente lettera del sindaco. «Cisint ha scritto di voler interpretare il sentimento di tutti i concittadini sostenendo la battaglia di verità per Giulio Regeni – incalza Morsolin –. Peccato però che qualche riga dopo abbia difeso la scelta di Fedriga di rimuovere lo striscione dal palazzo regionale, sottolineando come questo gesto sarebbe stato strumentalizzato contro il governatore stesso».

Ebbene, replicano i firmatari, «se la battaglia per Giulio non deve essere strumentalizzata, tutte le istituzioni devono adoperarsi, indipendentemente dal loro colore politico e continuando a fare propri i simboli che questa lotta la portano avanti. Tanto più che lo striscione giallo ne è diventato l’emblema, in Italia e nel mondo intero». —


 

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