Lo striscione per Giulio Regeni affisso sul Palazzo della Regione

TRIESTE Lo striscione "Verità per Giulio Regeni" torna in piazza Unità.
Non per iniziativa del sindaco Dipiazza, che venerdì mattina lo aveva rimosso dalla facciata del Municipio scatenando un polverone rilanciato anche dai media nazionali, ma della presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani che lo ha affisso a un balcone del Palazzo del Lloyd, sede della Regione, anche questo affacciato su piazza Unità.
Pochi minuti prima delle 12, la presidente, insieme con altre due persone, ha materialmente sistemato e assicurato al balcone lo striscione.
Un momento immortalato con il telefono da Dimitri Waltritsch, che ha postato il video su Twitter
La voglia di verità per Giulio #Regeni torna in Piazza Unità a #Trieste pic.twitter.com/C7ZRLaSi06
— dimitri waltritsch (@dimwal) 8 ottobre 2016
Una volta ultimata l'operazione la governatrice ha annunciato il gesto con un tweet:
Lo striscione per Giulio Regeni rimane in piazza Unità a Trieste, esposto sul Palazzo della Regione. pic.twitter.com/bjeGWleJST
— Debora Serracchiani (@serracchiani) 8 ottobre 2016
Ecco come appare ora piazza Unità con lo striscione spostato dal palazzo del Municipio a quello del LLoyd:
Ieri il sindaco aveva fatto levare la scritta dal Municipio, anticipando un'eventuale decisione del Consiglio comunale su una mozione urgente sottoscritta dai capigruppo della sua stessa maggioranza.
In una nota, Dipiazza aveva giustificato la decisione con una nota in cui parlava di "sciacallaggio politico" da parte del Pd e "soprattutto del Governo".
In una successiva intervista radiofonica aveva definito la vicenda "un fatto politico", aggiungendo: "Mi sono tolto il dente cariato e non ci sono più polemiche". In realtà le polemiche sono state tutt'altro che sopite, con prese di posizione a partire da Amnesty International, promotrice della campagna per la verità sul caso, a esponenti del centrosinistra, e dei giornalisti, con Il Piccolo che ieri aveva pubblicato una doppia copertina che riproduce il manifesto giallo.
Serracchiani finora non si era pronunciata ufficialmente sulla vicenda, fino al gesto simbolico di stamani
Riproduzione riservata © Il Piccolo