Lo sport (e non solo) fa i conti col doping cerebrale
La chiamano stimolazione cerebrale o neurodoping: è l'ultima frontiera nel miglioramento delle prestazioni atletiche. La tecnologia è semplice, quasi grossolana: due elettrodi sono posizionati su due lati opposti della scatola cranica e utilizzati per scaricare una corrente elettrica; il posizionamento preciso degli elettrodi determina attraverso quali regioni del cervello passerà la corrente, cambiando il livello di eccitabilità dei neuroni attraversati.
Tecnicamente, la tecnica è nota come stimolazione transcranica a corrente continua (tDcs), ed è stata originariamente pensata per il recupero delle lesioni al cervello o al midollo spinale. Differisce dall'elettroshock degli anni '50 sostanzialmente perché le correnti coinvolte sono da 500 a 1000 volte più basse; di fatto, una batteria da 9 Volt è largamente sufficiente.
Sta sperimentando la tDcs la US Ski and Snowboard Association (Ussa), la federazione sciistica degli Stati Uniti. Gli atleti di punta che praticano il salto con gli sci devono combinare potenza e bilanciamento per controllare discesa e salto a più di 100 km l'ora. I primi risultati mostrano che, applicando 4 volte alla settimana per 2 settimane consecutive la tDcs, la forza aumenta del 70% e la coordinazione dell'80%.
Un altro studio presentato questo mese in un meeting sulle basi biologiche delle prestazioni atletiche di elite a Nottingham ha indicato che la tDcs riduce anche la percezione della fatica. Stimolando la corteccia temporale di una serie di ciclisti e poi misurando la loro capacità di pedalare fino allo stremo delle forze, si è osservato che questi percepiscono meno la stanchezza e pedalano imperterriti più a lungo.
La stimolazione elettrica potrebbe agire su quei centri del cervello, la cui esistenza è già stata ipotizzata negli anni '90, che regolano il senso di affaticamento e impediscono ai muscoli di continuare a muoversi, per evitare potenziali danni. Sono soltanto pochi gli atleti sottoposti a questi trattamenti, almeno per ora, e nessuna conclusione sicura di efficacia può essere desunta in maniera definitiva.
La Red Bull, nel suo centro di ricerca di Santa Monica in California, sta sperimentando la tDcs nel contesto del suo Project Endurance, in collaborazione con neuroscienziati del Burke Medical Research Institute della Cornell University di New York. Nel frattempo, la Halo, l'azienda che collabora con gli sciatori della Ussa, già vende una sorta di cuffie da collegare all'iPhone per praticare la tDcs a casa. Oltre agli atleti, ha come obiettivo di marketing il vasto pubblico degli utilizzatori dei videogiochi: stimolando la corteccia cerebrale, aumentano anche destrezza e velocità.
Che mondo...
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