Lo shopping “superfestivo” spacca la grande distribuzione

Il titolare del colosso Unicomm invita Serracchiani a esportare la legge a Roma mentre Federdistribuzione chiede la sospensiva all’Avvocatura dello Stato
Una manifestazione sindacale contro la deregulation delle aperture
Una manifestazione sindacale contro la deregulation delle aperture

TRIESTE. Il 1° novembre farà il suo esordio la legge regionale sulle chiusure festive dei negozi con la prima giornata obbligatoria di serrande abbassate in occasione di Ognissanti. All’approssimarsi della scadenza, valida solo per le aree non considerate a vocazione turistica, torna ad accendersi la polemica tra Federdistribuzione (l’associazione che rappresenta gli interessi di centri commerciali, supermercati e megastore) e Regione, innescata dalla lettera che un imprenditore di punta della grande distribuzione ha scritto ieri alla presidente Debora Serracchiani per manifestare il proprio appoggio alla misura con cui il centrosinistra ha imposto la chiusura degli esercizi commerciali in dieci giornate festive del calendario civile e religioso.

 

La legge regionale sul commercio spiegata in un minuto

 

Il mittente è il cavalier Marcello Cestaro, titolare del Gruppo Unicomm, società proprietaria di Famila, A&O, Emisfero e Cash and Carry: un colosso da 7mila dipendenti e 2 miliardi di fatturato. Seppur in presenza di una legge che il mondo della grande distribuzione ritiene pressoché unanimemente lesiva della libertà di mercato, Cestaro sostiene con calore l’iniziativa assunta in Friuli Venezia Giulia: «Ho visto con i miei occhi l’impatto devastante che le aperture nei giorni festivi hanno avuto sulle famiglie dei nostri collaboratori: la domenica deve essere una giornata dedicata a stare con i propri cari. Per noi una legge che prevede che almeno nelle festività più importanti gli esercizi commerciali stiano chiusi è una scelta di assoluto buon senso».

 

Commercio, no di Roma alle chiusure obbligate
Un negozio aperto la domenica

 

Cestaro ammette di rappresentare «una esigua minoranza», all’interno della galassia di Federdistribuzione, ma invita Serracchiani ad alzare il tiro: «Lei è una figura di rilievo della politica del nostro Paese. Le chiediamo di lavorare affinché questa iniziativa sia estesa a tutto il territorio nazionale».

E Serracchiani coglie al volo l’invito: «L’iniziativa della Regione è stata l’esito di una consapevolezza sempre più diffusa, che tocca la coesione sociale dei nostri lavoratori e della comunità intera. La scelta, che non ha inclinazioni sfavorevoli nei confronti di alcuna categoria, vuole rappresentare dichiaratamente un’azione di stimolo capace di assumere connotati nazionali. Da tempo giace in Commissione alla Camera un disegno di legge del settore, sul quale auspichiamo di riaccendere i riflettori».

L’assessore alle Attività produttive, Sergio Bolzonello, guarda però alle nubi che si addensano all’orizzonte, con il ricorso di Federdistribuzione all’Avvocatura dello Stato contro una norma che interferisce con le competenze statali in materia di libera concorrenza: «L’impugnativa del governo l’avevamo messa in preventivo, ma siamo al tempo stesso convinti di resistere fino in fondo. Per noi la bontà dell'intero impianto della legge regionale sul commercio resta intatta e, fatte salve le deroghe previste, già il 1° novembre avrà effetto sul regime delle chiusure».

 

Commercio, sindacati e Chiesa si ribellano ai negozi “riaperti” dal governo
Tiare Shopping, centro commerciale di Villesse

 

La giunta rischia però di dover ingoiare un boccone amaro. Federdistribuzione annuncia infatti di aver chiesto all’Avvocatura dello Stato una sospensiva della legge regionale in attesa della sentenza della Corte costituzionale. L’intenzione è di agire d’anticipo per evitare il verificarsi anche di un solo precedente. Il presidente Giovanni Cobolli Gigli non manca di esprimere «stima per l’uomo e l’imprenditore Cestaro, che gestisce con profitto un’azienda condotta ancora con criteri familiari, ma non posso che dissentire con la sua lettera. Federdistribuzione è favorevole alle liberalizzazioni introdotte nel 2012 dal governo Monti e richieste dall’Ue, che ci invita a continuare su questa strada. La concorrenza è d’altronde il primo modo per garantire ai consumatori benefici in termini di prezzo e spazi di acquisto».

Cobolli Gigli non manca di fare riferimento all’attualità: «Sostengo il sì al referendum perché con esso molte materie torneranno di competenza esclusiva dello Stato: su temi simili servono regole comuni e il Fvg non può negare opportunità di acquisto ai propri cittadini. Per questo abbiamo fatto ricorso alla Corte costituzionale e chiesto una sospensiva sulla legge regionale, affinché già il 1° novembre non venga applicata». Il presidente invita a considerare «i grandi cambiamenti nel mondo dei consumi e la concorrenza del commercio su internet. Alcuni dicono che con le aperture libere si penalizzano i lavoratori, ma i contratti lo prevedono e in Italia sono 6 milioni le persone che lavorano di domenica: basta assicurare turnazione e giusto riposo. Bolzonello ha visto la propria legge bocciata dal governo ma prosegue sulla sua strada, noi proseguiamo su quella della legalità».

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