Lo scontro infinito sulla Patria friulana

Marini chiede conto a Serracchiani della bandiera in piazza Unità. E Furlani› scrive a Fontanini
La bandiera del Friuli in piazza Unità
La bandiera del Friuli in piazza Unità

TRIESTE. «Scarso di veri contenuti e pieno di retorica». Bruno Marini attacca l’intervento di Debora Serracchiani sul tema dell’identità. «La bandiera del Friuli in piazza Unità è stata issata a sua insaputa?», ironizza il consigliere regionale di Forza Italia riaccendendo la polemica sulla festa “de Patrie”. Quella bandiera, insiste Marini, «se poteva avere un minimo di giustificazione per il palazzo del Consiglio, dove sono presenti tutte le forze politiche e i consiglieri della Regione, non trovava nessuna giustificazione, né formale, né sostanziale, sul palazzo della presidenza della giunta in piazza Unità, che tra l’altro assume un valore simbolico, ma non solo simbolico, che ha fortemente indispettito i triestini».

Chiedendo a Serracchiani chi ha autorizzato l’esposizione proprio sul balcone del suo ufficio, l’esponente azzurro denuncia anche un «problema squisitamente politico». Fatti i conti, sostiene Marini, visto il voto contrario di Sel e del consigliere Edera dei Cittadini, «se il gruppo del Pd, compresi purtroppo i triestini Codega e Rotelli, non avesse accettato di appoggiarla, la proposta di legge non aveva alcuna possibilità di passare». Di qui «una responsabilità politica netta e precisa del Pd, confermata dalle inverosimili esternazioni dell’assessore Gianni Torrenti, che la timida reazione del sindaco Roberto Cosolini non basta a sminuire, anche nel momento in cui la segretaria regionale del partito, che interviene su tutto lo scibile umano, pure sulle cure dentistiche, ha ritenuto su questa vicenda di mantenere un assordante, quanto imbarazzato, silenzio».

Polemica viva, mentre Iztok Furlani› e Pietro Fontanini cercano di chiarirsi. «Anche lei ignora alcune cose», scrive il presidente del Consiglio comunale di Trieste in risposta al «triestini ignoranti» che il presidente della Provincia di Udine ha indirizzato a chi, in particolare in municipio, ha contestato la festa del Friuli del 3 aprile.

Una contrarietà, spiega l’esponente della sinistra, non contro quella giornata, dato che i friulani hanno il diritto, riconosce Furlani›, di celebrare eventi di rilevanza storica, ma contro l’istituzione per legge di tale giornata. Nulla di nuovo, ma Furlani› ci tiene a precisare a Fontanini che non vi era la necessità di approvare una norma, non essendocene di simili per altre comunità presenti sul territorio regionale. Il presidente della Provincia di Udine legge ma non si convince. E a stretto giro di posta ritorna sulla valenza della festa della Patria del Friuli come «strumento di difesa della comunità friulana, la più numerosa a livello regionale, che insieme a quella tedesca e slovena sono le radici fondanti la specialità». E dunque, prosegue Fontanini citando varie altre feste regionali istituzionalizzate (in Toscana, Piemonte, Lombardia, Sicilia, Sardegna, Marche e Val d’Aosta), «era doveroso che la festa dedicata al Friuli avesse un riconoscimento legislativo».

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