Lo sconcerto dei fratelli di fra Valentino: «Non ne sapevamo nulla»

Il superiore del convento: «È una botta forte. Lui ora è in stato confusionale»
Bumbaca Gorizia 01.02.2015 Ospedale messa della Pace Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 01.02.2015 Ospedale messa della Pace Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GORIZIA «È una botta forte. È una cosa grave». Fra Giorgio Basso, superiore di fra Valentino e guardia del convento dei frati Cappuccini di Gorizia, non ha ancora assorbito il colpo, ma non si tira nemmeno indietro e non tenta di minimizzare quanto accaduto. Ieri mattina è stato convocato d’urgenza dall’arcivescovo di Gorizia Carlo Maria Redaelli che gli ha mostrato il servizio realizzato dalla “iena” Nina Palmieri andato in onda la sera precedente. Lui era all’oscuro di tutto. «Non ne sapevo niente», dice fra Giorgio, aggiungendo poi che, una volta rientrato in convento, ha parlato con fra Valentino: «Era in stato confusionale. Non si capiva cosa dicesse».



L’ordine dei Cappuccini ha immediatamente preso le distanze dal comportamento del fratello e ha assicurato: «Il padre provinciale sta muovendosi per prendere provvedimenti».

Sorpresa è stata espressa anche dalla Curia di Gorizia che non ha perso tempo e, giocando d’anticipo, già alle 10.22 di ieri, ha diffuso una breve nota in cui annunciava la sospensione di fra Valentino dall’incarico di cappellano del San Giovanni di Dio.

Poco più tardi la nota è comparsa sul sito web con l’integrazione del nome del nuovo cappellano. «Presa visione della trasmissione de “Le Iene” andata in onda in data 17 ottobre 2018 - vi si può leggere - l’Arcidiocesi di Gorizia ha deciso di sospendere in via cautelativa fra Valentino Weldemariam dal suo incarico di cappellano dell’ospedale civile di Gorizia, in accordo con i superiori del religioso. Nuovo cappellano dell’ospedale di Gorizia è stato nominato il sacerdote diocesano don Dario Franco».

«Non eravamo a conoscenza dei fatti e stiamo raccogliendo nuovi elementi», ha fatto sapere Mauro Ungaro, portavoce dell’arcivescovo.

Considerata la gravità dei fatti, sul fronte sanitario il direttore generale dell’Aas Bassa friulana - Isontina Antonio Poggiana si era mosso già nella tarda serata di giovedì. «La Curia è intervenuta immediatamente - dice il dg -. Con l’arcivescovo abbiamo sempre avuto un rapporto franco e onesto. Non avevamo motivo di sospettare nulla nei confronti di fra Valentino, altrimenti l’avremmo segnalato. Come azienda sanitaria non possiamo fare niente. Ora la nostra cura è solo quella di garantire l’assistenza spirituale e per ora è stato individuato come sostituto don Dario Franco, parroco di Cervignano».

Sul fronte legale, la Procura della Repubblica non può procedere d’ufficio. La questione approderà nelle aule del Tribunale solo nel caso in cui la vittima dovesse sporgere denuncia alle autorità.

Se l’uscita di scena di fra Valentino non è stata certo trionfale, pure il suo arrivo a Gorizia non era stato facile. Chiamato a raccogliere l’eredità di fra Lino Bresolin, si era trovato di fronte a un muro. I suoi metodi non erano piaciuti ai fedeli e ai dipendenti dell’allora Azienda sanitaria Isontina, tanto che era stata organizzata anche una raccolta firme per poter riavere il vecchio cappellano.

Di recente fra Valentino aveva chiesto di poter installare una linea telefonica nella sagrestia, ma l’azienda sanitaria non lo aveva accontentato.

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