Lo sciopero Unicredit fa centro Filiali nell’Isontino tutte chiuse

La protesta dei sindacati contro il taglio del personale da 440 a 290 dipendenti In tre anni sparite 5 banche su 11 della provincia. Nei paesi niente più bancomat 
Bonaventura Monfalcone-30.11.2018 Presidio lavoratori Unicredit-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-30.11.2018 Presidio lavoratori Unicredit-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura



Per un’azione forte calata dall’alto, ci vuole una risposta altrettanto forte dal basso. E il risultato ottenuto dai sindacati dei lavoratori Unicredit è quello sperato. Avevano proclamato lo sciopero per l’intera giornata di ieri, e la risposta da parte dei dipendenti è stata massiva, tant’è che tutte e sei le filiali presenti nella provincia di Gorizia sono rimaste chiuse da mattina a sera. Bandiere alzate, in una trentina (su 70 dipendenti operativi nell’Isontino) si sono poi dati appuntamento in piazza della Repubblica a Monfalcone «storicamente il territorio più rappresentativo per Unicredit» dove, volantini alla mano, hanno spiegato i motivi della protesta ai passanti. Consapevoli comunque che il «successo» della manifestazione resta appeso alla piazza triestina. Il banco di prova sarà lunedì proprio nel capoluogo giuliano, dove è stata proclamata un’altra giornata a braccia incrociate.

D’altronde entrambe le province, Gorizia e Trieste, sono fra le più colpite, in un Triveneto già martoriato dai tagli aziendali. I conti sciorinati dai rappresentanti sindacali la dicono lunga. Ernesto Granzotto (Uil Ca) disegna la mannaia a suon di cifre: «I 440 dipendenti operativi nelle due province nel 2012 hanno subìto un taglio del 33 per cento: oggi se ne contano 290. Di questi, 100 sono stati pensionati o esodati senza che l’azienda provvedesse a sostituirli; 10 sono stati trasferiti nelle filiali della provincia di Udine; i rimanenti 40 sono stati dirottati negli uffici interni del gruppo di credito»

«Il risultato - continua - sono le chiusure delle agenzie a servizio dei paesi: in provincia di Gorizia in tre anni ne sono state chiuse 5 (Villesse, Gorizia corso Verdi, Aquileia, Ronchi dei Legionari e Staranzano) su 11; a Trieste 9 su 31. Significa che interi paesi sono perfino rimasti senza lo sportello bancomat che serve per prelevare, e significa naturalmente un carico di lavoro troppo pesante per i dipendenti rimasti. Per questo chiediamo nuove assunzioni, ricambio generazionale e rimodulazione degli orari».

A fargli eco il segretario regionale Uni Sin, Roberto Benedetti: «Carico eccessivo per i lavoratori equivale giocoforza a minore qualità dei servizi per i clienti, nell’ottica di un servizio di credito che ha ormai perso la sua funzione sociale». La segretaria regionale First Cisl, Irene Olenich, punta sulla decisione dei lavoratori di affiancare allo sciopero il corrispettivo di un’ora di lavoro che verrà devoluta alla popolazione Fvg colpita dalla recente ondata di maltempo. «Siamo consapevoli del disagio che creiamo ai nostri clienti» le fanno eco i segretari territoriali Fabi e Fisac Cgil, Angela Iurnman e Piergiorgio Gori: «Ma l’adesione altissima deve essere letta come nostro profondo desiderio di continuare a fare bene il nostro lavoro». —



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