Lo sciopero “autonomista” blocca il Porto

La protesta del sindacato Clpt-Usb paralizza quasi del tutto le attività dello scalo. Schiarita dopo il vertice bis in Prefettura
Di Ugo Salvini
Lasorte Trieste 26/08/15 - Rive, Piazza Unità, Prefettura, Corteo Lavoratori del Porto
Lasorte Trieste 26/08/15 - Rive, Piazza Unità, Prefettura, Corteo Lavoratori del Porto

Attività portuali quasi del tutto bloccate dallo sciopero indetto dal Coordinamento lavoratori portuali di Trieste-Unione sindacale di base (Clpt-Usb) ovvero dalla sigla vicina alle istanze del Territorio libero di Trieste. Due incontri in Prefettura: il primo senza esito in mattinata e il secondo, conclusosi in tarda sera, con un avvicinamento tra le parti. Un terzo incontro in programma oggi pomeriggio per cercare di arrivare all’intesa. E, ancora, polemiche e tafferugli all’ingresso del Porto Nuovo.

È stato un mercoledì di caos per lo scalo di Trieste che, causa proteste, ha dovuto tra l’altro rinviare a oggi le operazioni di carico e scarico di una grande nave mercantile della Maersk. Hanno potuto lavorare invece le aziende Parisi e Samer.

Tutto è iniziato alle 10 del mattino quando circa 200 lavoratori delle varie aziende che operano nell’ambito del porto si sono ritrovati davanti alla Torre del Lloyd per l’annunciato concentramento organizzato dal Clpt-Usb. A debita distanza Polizia, Carabinieri e Vigili urbani per controllare la situazione. Verso le 10.30, sventolando le bandiere della sigla sindacale, tutti si sono diretti verso piazza dell’Unità d’Italia, scortati dalle forze dell’ordine, per il previsto incontro in Prefettura, alla presenza del commissario dei governo Francesca Adelaide Garufi e del segretario generale dell’Autorità portuale Mario Sommariva. Giunti davanti al palazzo prefettizio i manifestanti sono rimasti in piazza mentre una delegazione è salita. Ancora una volta i rappresentanti del Clpt-Usb hanno esposto le loro rivendicazioni: «Protestiamo contro l’assenza di risposte riguardanti l’applicazione dell’allegato VIII del Trattato di pace di Parigi del 1947». Si tratta, in sostanza, di una delle battaglie che caratterizzano anche l’operato dei vari movimenti indipendentisti triestini. In corteo non a caso c’era anche Giorgio Marchesich, del Tlt, autoproclamatosi qualche giorno fa “candidato sindaco”.

Stefano Puzzer e Loris Bortuna, coordinatore e membro della segreteria del Clpt-Usb, avevano del resto già spiegato alla vigilia dello sciopero che «il sistema consolidato, che da anni decide le sorti del porto di Trieste, sta portando a una caduta verticale dei traffici, mentre Capodistria è in crescita». Ieri sono state ribadite anche altre problematiche: la disparità di trattamento economico fra lavoratori con le stesse mansioni, il problema dei facchini delle cooperative «costretti da decenni a fare lavori faticosi e logoranti, movimentando mediamente il doppio dei sacchi che dovrebbero invece essere trattati», il mancato riconoscimento della retribuzione alla Minerva, il mancato rispetto del contratto alla Deltauno e alla Trieste marine terminal, il precariato alla Porto Trieste servizi, il mancato rispetto del protocollo del 2008 alla Rls di sito.

La decisione di incrociare le braccia presa dalla sigla sindacale autonoma era stata aspramente criticata alla vigilia da Cgil, Cisl e Uil, che avevano espresso «stupore e grande perplessità» per uno sciopero «a esclusivo carattere politico». L’astensione dal lavoro, invece, ha avuto notevole successo. Secondo i dati forniti dall’Autorità portuale, circa l’85% degli addetti dell’area Molo VII non ha lavorato, ma il gate di accesso ha funzionato regolarmente. Adesione totale alla protesta per quanto riguarda invece gli addetti di Adriafer, la società che esegue la manovra ferroviaria all’interno dell’intero comprensorio portuale. Adesione parziale, infine, per quanto concerne gli altri terminal, che hanno funzionato regolarmente.

In tarda serata, quando in prefettura c’è stata la schiarita, è arrivato il commento del sindaco Roberto Cosolini: «È positivo che si raggiunga un’intesa in Porto su aspetti che riguardano condizione e organizzazione del lavoro e che questo serva a un sistema permanente di relazioni industriali necessarie per lo sviluppo del Porto, indispensabile per la città. Si discuta isolando chi tenta di strumentalizzazione i lavoratori per obiettivi politici».

Lo sciopero, come confermato dal Clpt-Usb, si è concluso ieri a mezzanotte. Oggi l’attività dovrebbe tornare alla normalità.

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