Lo chef dalla doppia stella strizza l’occhio alla sua città
Matteo Metullio, primo triestino a ottenere il duplice riconoscimento Michelin: «In futuro vorrei collaborare qui nei periodi di pausa dal lavoro a San Cassiano»
Sarà sicuramente un anno che non dimenticherà, questo 2017. Matteo Metullio, giovane cuoco di talento, ad appena 28 anni sublima la sua carriera dietro ai fornelli, ottenendo la seconda stella Michelin, primo triestino della storia, e l’umanissimo desiderio di diventare padre, con un pargoletto atteso per febbraio.
Due stelle, dunque. «In realtà, giuro, è stata un’autentica sorpresa – spiega Metullio –. Quando mi hanno invitato a Parma per la presentazione della Guida 2018 non pensavo a un simile riconoscimento. Il ristorante dove lavoro, la Siriola di San Cassiano, aveva già una stella, ed è prassi comune che invitino gli chef premiati... Invece ho avuto un tuffo al cuore quando mi hanno chiamato sul palco. Magari gli indizi c’erano stati: credo di aver individuato i loro ispettori almeno tre-quattro volte quest’anno...».
«Grandi novità, quest’anno, a San Cassiano», ha scritto sul verbale Sergio Lovrinovich, direttore Guida Michelin Italia. «Due stelle riconoscono lo stile e la qualità della cucina del ristorante La Siriola, grazie al ventottenne chef Matteo Metullio, “talento innato” che già a dodici anni è certo della sua vocazione. Ricco di autorevoli esperienze, tra cui gli anni trascorsi al St. Hubertus, con Norbert Niederkofler, ma, soprattutto, di “voglia di mettersi in gioco e di migliorare”, Matteo si distingue per qualità, fantasia e una capacità nell’accostare i sapori fuori dal comune partendo da una selezione di ottime materie prime».
Per Metullio un traguardo prestigioso. Peraltro il collega e maestro Niederkofler, nel suo St. Hubertus di stelle ne ha ottenute addirittura tre. «La cosa realmente incredibile – racconta Matteo – è che lavoriamo entrambi in un paese di appena 500 anime, e non è che le stelle Michelin le regalino. Ne hanno due 41 ristoranti in Italia e appena 400 in tutto il mondo, vuol dire qualcosa. Per me e per il mio staff è il riconoscimento di un lungo lavoro».
Stimato a livello nazionale e oltre, Metullio ringrazia soprattutto due grandi amici e colleghi, Enrico Bartolini e Massimiliano Alaimo, e si prepara a una stagione “scoppiettante”. Partito da Trieste a soli 12 anni per la quotata scuola alberghiera di Falcade, ha avuto una carriera in continua ascesa, con un’unica, meteorica esperienza nella sua città. «Ho fatto uno stage con Daniele Valmarin ai Tre Magnoni – annota – che ricordo con piacere. Trieste è sempre nel mio cuore e prossimamente intendo tornare a farne la residenza della mia famiglia». Una scelta che prelude a un possibile impegno in loco? Mai dire mai. «Io sono triestino e lo dico sempre con orgoglio. Vorrei in un ipotetico futuro portare un po’ di qualità superiore anche nella mia città, magari nei periodi di pausa del mio lavoro alla Siriola. C’è bisogno di fare gruppo, soprattutto da noi, e sono pronto ad ascoltare eventuali richieste per una collaborazione produttiva».
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