ll sindacato dei pediatri: «Da febbraio 2mila bimbi senza medico»
«Il problema della mancanza di pediatri è reale e non capiamo perché l’azienda sanitaria si sia mossa così in ritardo, nonostante le nostre tempestive segnalazioni. E’ la prima volta che qualcosa di simile accade a Trieste». Dopo la denuncia di molte famiglie, a fronte di due pediatri di libera scelta che andranno in pensione nel 2015 e nessun sostituto previsto al momento, e dopo la smentita dell’ Azienda per l’assistenza sanitaria n. 1 Triestina, che non indica invece situazioni di emergenza, sulla questione interviene Mauro Stradi, rappresentante della Fimp, il sindacato dei pediatri.
«A fine febbraio quasi 2mila bambini a Trieste resteranno senza pediatra – spiega – ed è una situazione che si prospettava già da tempo. Ad aprile dello scorso anno uno dei medici ha comunicato la conclusione della sua attività il 31 dicembre, un altro poi finirà di esercitare il 28 febbraio.
Il primo professionista aveva circa 700 pazienti, il secondo il limite massimo, 1200. Ci aspettavamo che l’azienda ci chiamasse per un confronto, ma nulla è successo fino al 10 ottobre, quando siamo stati noi, come sindacato, a richiedere la riunione del comitato aziendale, comitato che appena il 28 novembre ha ammesso che era necessario trovare almeno un sostituto».
Ma secondo Stradi, anch’egli pediatra, il ritardo era ormai evidente. «Di solito in passato a fronte di pensionamenti veniva nominato un sostituto, con largo anticipo, in attesa dell’assegnazione di un incarico ufficiale. Ma questa volta non è successo e i tempi non sono brevi prima di reperire un nuovo pediatra, anche perché non è facile riuscire a trovare uno che al momento non abbia un impegno e sia disposto a prendere un incarico a termine».
L’ Azienda per l’assistenza sanitaria n. 1 Triestina aveva comunicato in una nota come “per quanto attiene la sostituzione dei pediatri che andranno in pensione nel 2015, sono state attivate le procedure, così come previsto dalla normativa vigente”. Al momento però al sindacato non risulta alcuna novità. I bambini dai 6 anni in poi potrebbero trovare posto negli ambulatori dei medici generici, ma per molti genitori è una possibilità che non vogliono prendere in considerazione, con la speranza che i figli possano venir seguiti da chi è davvero specializzato per seguite piccoli pazienti. «Se sarà necessario siamo disposti ad un nuovo incontro per discutere la questione. Quali sono i rischi attuali? – prosegue Stradi - Che molti bambini vengano inseriti nelle liste dei medici generici, che non sono specialisti nel bambino, o ancora che ci sia un intasamento del pronto soccorso del Burlo, quando i genitori, non potendo ricorrere sempre al privato, anche per questione di costi, cercheranno personale specializzato nel settore pubblico.
«Mi auguro comunque – conclude Stradi – che venga presto assegnato un sostituto momentaneo e che naturalmente poi si proceda anche con il concorso per i nuovi pediatri in pianta stabile».
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