L’ittico in Porto vecchio sempre fermo al palo
«Siamo arrivati alla soluzione del molo Zero che sarà un regalo che faremo ai pescatori e ai pescivendoli. Spenderemo pochissimi euro e tra un anno in questo periodo potremo già essere dall'altra...
Lasorte Trieste 01/06/17 - Porto Vecchio, Commissione Comunale su Mercato Ittico
«Siamo arrivati alla soluzione del molo Zero che sarà un regalo che faremo ai pescatori e ai pescivendoli. Spenderemo pochissimi euro e tra un anno in questo periodo potremo già essere dall'altra parte. Sarà il primo insediamento produttivo per la riqualificazione del Porto vecchio: mettete lo spumante in frigo». Così parlava il sindaco Roberto Dipiazza il 15 luglio 2016 a proposito del mercato ittico che era stato appena chiuso dai Nas. Ieri, 10 mesi e mezzo dopo, la Terza commissione consiliare, presieduta da Francesco di Paola Panteca, si è data appuntamento davanti alla Centrale idrodinamica, proprio difronte al molo Zero, per fare il “punto nave” sul progetto. «A che punto siamo?» domanda Everest Bertoli (Forza Italia) che ha chiesto il sopralluogo assieme ad altri consiglieri. Al punto di partenza. Il mercato ittico continua a vivere dal 1999 in uno stato di precarietà all’ex Gaslini (Scalo legnami) in virtù di una proroga concessa dall’Autorità portuale. Lo spostamento in 400 giorni, sbandierato dal sindaco, va derubricato. Non c’è nessun cantiere aperto al molo Zero e nessun trasloco imminente. Siamo all’anno zero. «Noi eravamo pronti a settembre con un primo progetto. Siamo stati bloccati dal segretario generale visto che sull’area non c’è ancora chiarezza su come saranno utilizzati i 50 milioni stanziati dal governo per fare un polo museale e scientifico», spiega l’assessore Lorenzo Giorgi.
Ad affondare il mercato ittico al molo Zero è stato per primo l’incrociatore Vittorio Veneto che dovrebbe finire in Porto vecchio la sua carriera come cimelio del nuovo museo del mare. Un progetto sostenuto soprattutto dalla presidente della Regione Debora Serracchiani. «Se arriva l’incrociatore non può attraccare neanche una barchetta» spiega Giorgi. Si attende quindi una chiarezza da Roma anche sul progetto della Fincantieri che vorrebbe sistemare tra i moli Zero e Primo un porto per megayacht. Per il mercato ittico l’amministrazione aveva messo inizialmente gli occhi sul Magazzino 28 che vanta una superficie coperta di 2.994 metri quadrati. «Un po’ troppo grande», spiega l’assessore. E così ora l’attenzione si è spostata sul vicino capannone, contrassegnato dal numero 30, che non è sotto tutela e quindi teoricamente può anche venir abbattuto e ricostruito ex novo, magari a due piani, per comprendere anche il Fish market, con qualche ristorante, che piace al sindaco. Costo? Si parla di quattro milioni di euro che potrebbero essere dimezzati in regime di project financing. Il Comune, infatti, non ci pensa proprio a gestire in proprio il mercato ittico (come pure, in futuro, quello ortofrutticolo). Ma è tutto da definire. L’unica nota positiva è la compatibilità del mercato ittico con l’Allegato VIII del Trattato di pace (a differenza del polo museale) assicurata dal leghista Paolo Polidori. Trieste potrebbe invadere i mercati con il pesce franco. «In virtù del Pescato VIII» sottolinea il collega Antonio Lippolis.
(fa.do.)
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