L’Italicum in Fvg: Bassa friulana con Trieste e Gorizia

La nuova proposta in commissione Affari costituzionali per riequilibrare il numero dei seggi alla Camera: 6 deputati al collegio 2
Un'elettrice vota alle elezioni
Un'elettrice vota alle elezioni

TRIESTE. L’obiettivo è di centrare un 7 a 6. Sette deputati nel Collegio 1, quello che comprende Pordenone e parte della provincia di Udine, e sei nel Collegio 2, quello dei territori di Trieste e Gorizia. Un riequilibrio rispetto all’8 a 5 che risulta dall’assetto attuale proposto dallo schema di decreto legislativo, ma che secondo le proiezioni effettuate sui risultati delle Europee 2013 potrebbe portare persino a un 9 a 4. A sfavore di Trieste e Gorizia.

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Se l’obiettivo dunque è quello del riequilibrio - non solo rispetto al numero dei deputati, ma anche a un assetto frammentato che ha scontentato triestini, friulani e la comunità slovena - lo strumento per raggiungerlo è contenuto nell’ipotesi spuntata ieri sera in Commissione affari costituzionali alla Camera, quella dove siede anche il triestino capogruppo del Pd Ettore Rosato. Il disegno si intravede dietro a una “osservazione” che chiede di rivedere la situazione del Fvg tenendo conto sì della minoranza slovena ma anche di una diversa disposizione dei collegi. L’osservazione è destinata a entrare nel parere (non vincolante) che la Commissione dovrà votare oggi per trasmetterlo poi al governo, cui spetta la decisione definitiva.

La proposta dunque è questa: il Fvg spaccato verticalmente diventa un Fvg suddiviso in una sorta di L a rovescio. Perché alle province di Trieste e Gorizia - cui si aggiungono su su 44 comuni della provincia di Udine attraverso Cividale e Manzano fino a Tarvisio - si affianca l’area della Bassa friulana. Fino a Lignano. Tutto il Cervignanese e oltre, ricomprendendo così nel Collegio 2 pressoché esattamente il perimetro di quello che era il collegio uninominale delle elezioni del 1993. Ipotesi questa che permetterebbe fra l’altro di poter eleggere un deputato di quell’area. Ipotesi sorretta, anche, dalla nuova legge elettorale che fra i criteri di ripartizione dei collegi indica anche quello di non dividere, laddove possibile, i territori provinciali e di rifarsi ai vecchi uninominali. Come quello della Bassa.

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E il Collegio 1, quello che ricomprende ora l’intera provincia di Pordenone e gli altri 91 comuni dell’Udinese? L’idea è quella di “restituire” a questo Collegio tutti i comuni nei quali non si applica la legge di tutela della minoranza slovena. La spaccatura verticale è nata infatti anche dalla volontà di accorpare in un unico collegio tutti i comuni della minoranza, così da permettere alla comunità stessa maggiori probabilità (comunque non alte) di eleggere un proprio rappresentante. Scorporando i comuni non coinvolti da tutela - tranne Chiusaforte - si manterrebbe l’obiettivo originario risolvendo quasi interamente anche il nodo del Friuli spezzettato. E riportando l’equilibrio in un territorio che allo stato attuale vede un collegio composto da 75 comuni e 488.281 abitanti, e l’altro da 141 comuni e 730.704 abitanti: il più popoloso d’Italia, subito dopo i 733.820 abitanti e i 91 comuni del “Toscana 6”.

Fin qui dunque l’ipotesi maturata. «Vediamo le decisioni del governo, io avrei preferito Trieste e Gorizia in un collegio e Udine e Pordenone nell’altro», commenta il capogruppo leghista alla Camera Massimiliamo Fedriga. Quanto al Senato, anche qui il voto sul parere che la Commissione dovrà a sua volta trasmettere al governo è previsto per questa sera. Nella Commissione di Palazzo Madama, racconta il senatore Pd Francesco Russo che vi siede, «la Lega in modo esplicito e M5s in modo più indiretto hanno fatto presente il rischio di sproporzioni» fra collegi. E anche dalla Commissione del Senato dovrebbe giungere l’invito al riequilibrio.

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