L’italiana Gianotti prima donna a capo del Cern di Ginevra
ROMA. Tanta emozione, ma anche tantissime cose da fare, nelle quali si è tuffata non appena saputo della nomina. Per la prima donna alla direzione del Cern di Ginevra la giornata è cominciata come un turbine alle 9,45 di ieri mattina, subito dopo la seduta lampo di appena 15 minuti con la quale il Consiglio del Cern le ha affidato la guida del più grande laboratorio del mondo dedicato alla fisica delle particelle.
«È senz'altro un grande onore, un prestigio e responsabilità essere il futuro direttore del Cern», ha detto la Gianotti subito dopo la nomina. La voce lascia trasparire emozione ed entusiasmo, ma più di tutto dominano la determinazione e la grinta con le quali è decisa ad affrontare il nuovo compito.
Sa che l'aspetta un lavoro non facile e che è chiamata a raccogliere un'eredità importante. Prima fra tutte quella di uno dei fondatori, Edoardo Amaldi. «Il Cern - ha aggiunto Gianotti - ha avuto grandissimi direttori, come Carlo Rubbia e Luciano Maiani. Cercherò di impegnarmi per mantenere il ruolo di primo piano che il Cern ha nel campo del'eccellenza scientifica, così come nella tecnologia e nell'innovazione, nell'educazione e nella collaborazione internazionale nella scienza al servizio della pace».
Tante le attese per il futuro, quando nella primavera del 2015 rientrerà in funzione il grande acceleratore Lhc. «Il prossimo anno sarà di transizione fra l'attuale direttore generale e me», ha spiegato, riferendosi al fatto che il mandato dell'attuale direttore, Rolf Heuer, scadrà alla fine del prossimo anno.
Sarà un periodo impegnativo e intenso anche perchè, dopo la pausa tecnica, tornerà in funzione il più grande acceleratore di particelle del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc). «Con la riaccensione dell'Lhc ci aspettiamo molto nei prossimi anni dalla fisica. Si tratterà di sfruttare al massimo il potenziale per la fisica di questa grande macchina, la cui attività è appena iniziata. Spero che ci saranno ancora tante sorprese che la natura ci riserverà».
Nessun dubbio, quindi, che il 2015 «sarà un anno importante e interessante». Quella che sente «è una responsabilità molto importante. Spero - ha detto ancora - di riuscire a fare un buon lavoro con l'aiuto di tutti». È anche un impegno nei confronti della ricerca italiana, che al Cern riveste un ruolo di primo piano grazie all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn): «al Cern lavorano tanti italiani, sono 1.500, ed è anche nei loro confronti che avverto un grande senso di responsabilità».
Dare la caccia ai segreti della materia: è questa la missione con la quale 60 anni fa è nato il Cern di Ginevra, il più grande laboratorio del mondo dedicato alla fisica delle particelle. Il Cern ha sempre guardato al futuro fin dalla sua nascita, avvenuta il 29 settembre 1954, quando 12 Stati hanno istituito l'Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare. L'idea era nata da uno dei ”ragazzi di via Panisperna”, il fisico Edoardo Amaldi.
L'idea di partenza era visionaria e puntava ad utilizzare la scienza per rimettere insieme un'Europa segnata dalla seconda guerra mondiale. È stato un successo perchè con i suoi 21 Paesi membri oggi il Cern è effettivamente il cuore della ricerca sulla fisica delle particelle a livello mondiale.
È una storia nella quale l'Italia ha avuto un ruolo di primo piano grazie all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). Prima di Gianotti, altri due italiani sono stati direttori del Cern: Carlo Rubbia dal 1989 al 1994 e Luciano Maiani dal 1999 al 2003. L'italiano Sergio Bertolucci è attualmente alla guida scientifica del Cern e Guido Tonelli è stato coordinatore dell'esperimento Cms, che insieme all'esperimento Atlas coordinato da Gianotti ha “visto” il bosone di Higgs. È al Cern, infine, che sono nate e si sono succedute le più grandi macchine destinate a scoprire il mondo dell'infinitamente piccolo.
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