Comunali a Monfalcone, Moretti lancia la sua civica: «Competenze per far uscire la città dall’isolamento»

«Al lavoro affinché Monfalcone non sia descritta per ciò che non è. Fasan si confronti per rispetto dei cittadini»

Tiziana Carpinelli
Il candidato sindaco del centrosinistra Diego Moretti con parte della squadra squadra Katia Bonaventura
Il candidato sindaco del centrosinistra Diego Moretti con parte della squadra squadra Katia Bonaventura

A parte gli oriundi si sono tutti definiti, per solidarietà col proprio candidato sindaco, «alieni». E del resto, fin dalle sue dichiarazioni d’intenti, la civica Insieme con Moretti punta a catalizzare piuttosto che residenti tout-court, che pure ci sono, «capacità ed esperienze nei settori»: la sanità, la scuola, la grande fabbrica, l’amianto. Perché «serviranno».

E l’impegno che si prende Diego Moretti, come aspirante sindaco, è di «lavorare affinché Monfalcone non sia descritta per ciò che non è». «Potevo stare comodamente, come ha detto in via indiretta l’onorevole Savino, in Consiglio regionale, ma ho ritenuto che la città si meritasse un’alternativa credibile – ha spiegato ieri nella sua sede elettorale –. La vicinanza al governatore Fedriga ha garantito tanti soldi a Monfalcone, pure un isolamento mai visto prima. Non solo. Con Fincantieri ci dev’essere un rapporto dialettico, ma costruttivo. I pugni sul tavolo che hanno valso la vittoria nel 2016 non hanno portato a nulla: l’azienda fa ciò che vuole».

 

Quanto alla campagna elettorale, «non me l’immaginavo così, costretto a rispondere alle offese continue dell’altro candidato sindaco», lui «allo stesso livello» non vuole scendere e alla delegittimazione antepone «le proposte»: «Accetti il confronto, per rispetto dei cittadini». La sua civica, dunque, un’entità «nuova»: «C’è gente che abita altrove e non nascondiamo nulla. Pensiamo che chi detiene o ha avuto ruoli sia spendibile per contrastare un’amministrazione così arrogante, senza rispetto per chi la pensa diversamente».

Elezioni comunali a Monfalcone, escluso il candidato di “Insieme liberi”
Il sorteggio delle liste elettorali mercoledì a Monfalcone. Foto Bonaventura

«Cambiare ora o domani sarà troppo tardi» il leitmotiv del capolista Michele Luise: «È questo il momento dell’impegno civico e della scelta politica. Dobbiamo recuperare un po’ di vivibilità in città, non si può essere sempre sui giornali o sulle tv nazionali, le ricadute colpiscono il territorio. Quella per Diego è una chiamata alle armi, che non ho accettato a cuor leggero, ma perché Monfalcone deve recuperare il ruolo di guida». Nella sanità, che lui, da ex direttore del Distretto sanitario e primario, mastica bene, c’è da metter mano: «È possibile che da un anno si attenda il dirigente di Oncologia? E che manchi il primario della Chirurgia? Può esser corretto appaltare all’esterno, solo qui, tutti i codici bianchi e verdi? Ricordo che il nostro Pronto soccorso macina 45 mila accessi annui».

La sua proposta, per gli anziani e i fragili, è «il trasporto garantito alle strutture»: «Senza salute e senza cultura non c’è futuro». Ma esce anche dalla comfort zone: «Fare un salotto buono, quando poi via Sant’Ambrogio sta messa così, è utile? Non le avviciniamo, le persone, bucando l’ingresso vicino all’ex Pretura per farle entrare in una galleria che aveva già il suo ingresso a poca distanza. Mi sembra solo uno sperpero di soldi dei cittadini».

L’impegno a una maggiore attenzione verso le fragilità è stato invece espresso dall’infermiera di Terapia intensiva Michela Percuzzi, per la quale «sopprimere le microaree, eredità della riforma Basaglia, è stato un errore: servono più centri diurni per anziani e malati di Alzheimer, le famiglie sono stremate». Diego Ghersi, ex dirigente Legacoop, già direttore sportivo della Canottieri Timavo, ha spronato gli indecisi e quel 50% di astenuti nel 2022: «Del resto in tanti si sono accorti di essersi fatti abbindolare da promesse fantasmagoriche poi non realizzate». Concorde il presidente provinciale della Fipav Paolo Manià: «Sono nato a Panzano e vorrei che la mia città tornasse a essere aperta, senza un nemico da cui guardarsi».

L’affondo sull’amianto è però spettato al presidente della Ubaldo Spanghero Claudio Ceron, che ha ricordato il «grande lavoro con la Cgil per aprire 1.500 fascicoli, di cui mille poi risarciti: noi ci siamo ben guardati dal portare le corone, abbiamo fatto altro».

E un retroscena inedito: «Non è possibile ciò che afferma Cisint quando sostiene di aver lavorato in silenzio con Centinaio sul decreto-vergogna. Lui apprese del caso solo a novembre, quando l’associazione di Broni glielo espose e lui subito fece l’interrogazione. Solo poi, l’emendamento. Però a Cisint non si allunga il naso, eh? Il motivo per cui ho accettato di candidarmi nella lista è pure questo».

Un punto in comune con Luigino Francovig. Si sono presentati infine il referente di Italia Viva Giovanni Fania ed Elisabetta Benvenuto. Ci sarà modo per conoscere la lista pubblicamente domani, alle 18.15, da Marinelli. 

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