L'Isonzo torna balneabile grazie alla nuova Dorsale

Definiti tempi e finanziamenti della realizzazione del collettore fognario che misurerà 24 km. Fra due mesi avvio dei lavori al depuratore di Staranzano
Una veduta del fiume Isonzo a Gorizia
Una veduta del fiume Isonzo a Gorizia

GORIZIA. Avanti tutta. Senza intoppi, senza fastidiosa burocrazia. L’iter realizzativo della “Dorsale goriziana”, il maxi-collettore fognario da 24 chilometri di lunghezza, ormai è definito. In ogni suo dettaglio.
«La gara per il nuovo depuratore di Staranzano, al netto dei ricorsi, è già stata assegnata, mentre quelle per i lotti nord e sud della dorsale lo saranno nella seconda parte di quest’anno, con i cantieri che partiranno assieme nel 2017», spiega il direttore di Irisacqua, Paolo Lanari. Fa eco Enrico Gherghetta, presidente della Provincia e del Cato: «Credo che entro due/tre mesi, i lavori al depuratore di Staranzano potranno prendere il via. Poi, ci vorranno 18 mesi per completare il maxi-collettore. Che dire? L’Isonzo, grazie alla nuova Dorsale, sarà tutto ripulito e i depuratori esistenti non verranno assolutamente smantellati ma si trasformeranno in depuratori di massima piena. Banalizzando al massimo - spiega Gherghetta - diventeranno dei serbatoi di contenimento in caso di ingrossamento delle acque».
Altri dati. La nuova Dorsale fognaria servirà 141mila abitanti (contro gli attuali 62mila) e prevede in primis il potenziamento del depuratore di Staranzano e la costruzione di un collettore fognario da 24 chilometri tra Gradisca e Staranzano (Dorsale sud, 13 chilometri) e tra lo stesso depuratore di Bistrigna e Gorizia (Dorsale nord, 11 chilometri). Il progetto, ricordiamolo, mira alla tutela ambientale del fiume Isonzo e della baia di Panzano. In che maniera? Minimizzando gli scarichi, oltre all’aumento del grado di trattamento (quindi della qualità) degli scarichi depurati: si prevede, pertanto, la diminuzione delle concentrazioni di fosforo e azoto, come pure la debatterizzazione completa dell’acqua scaricata. «In questa maniera, potrà scattare quella che ho voluto chiamare recentemente “operazione Mare pulito” perché gli effetti benefici saranno su larga scala», annota ancora il presidente Gherghetta.

Ma la realizzazione dell’intervento consentirà pure una riduzione dei costi gestionali, con la riconversione anche degli impianti di depurazione esistenti: quelli di Gorizia e Gradisca d’Isonzo saranno “parte integrante” del circuito, destinati a una fase di pre-trattamento delle acque reflue e a sopperire in caso di malfunzionamenti all’interno della rete.

L’intero sistema sarà, poi, gestito da un sistema “esperto” (o Smart), unico nel suo genere in Italia e in grado di adeguarsi in modo intelligente alle condizioni meteorologie e idriche. Il costo dell’operazione? In totale verranno utilizzati 36 milioni e 390mila euro di cui 5.100.000 euro di finanziamento regionale. L’intervento di potenziamento del depuratore, ha evidenziato recentemente l’assessore regionale all’Ambiente Sara Vito, prevede, appunto, un co-finanziamento regionale pari a 5.100.000 euro «da assegnare nell’ambito dell’Accordo di programma stipulato tra la Regione, l’Agenzia per la coesione territoriale e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare».
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