L’isola Calva a pezzi: bloccato il recupero dell’ex gulag di Tito

La Commissione parlamentare per i diritti umani aveva assegnato a Zagabria il compito di valorizzazione l’area

ARBE. L’isola Calva (Goli otok in croato), tra Arbe e la terraferma, al momento rimane nota per l’ex lager dove venivano internati gli oppositori del regime di Tito. Il recupero storico e turistico dei ruderi, infatti, è in alto mare.

Lo scorso giugno era stata la Commissione parlamentare per i diritti umani e delle minoranze nazionali, presieduta da Furio Radin, a deliberare che spettava al governo Milanovic formulare il disegno di legge per la trasformazione dell’isola in un’area di rimembranza. Questo avrebbe evitato ulteriori devastazioni e permesso il restauro e salvaguardia degli immobili che per circa 40 anni sono stati i muti testimoni di paure, torture, drammi e anche uccisioni di coloro che si opponevano al padre-padrone della Jugoslavia comunista. A nove mesi di distanza, dall’esecutivo di centrosinistra non è giunto neanche il minimo segnale sul recupero. Eppure secondo Marin Musco, direttore dell’assoturistica di Lopar, comune dell’isola di Arbe da cui dipende l’amministrazione, per un breve periodo le cose avevano funzionato: «Precisamente nel triennio dal 1989 al 1991, anni in cui l’isola Calva veniva visitata in modo massiccio, con ricavi non indifferenti. Dallo scoppio della guerra croato-serba ad oggi la situazione è precipitata, tutto sta andando in rovina e Zagabria non risponde alle nostre sollecitazioni».

Sono presenti un ristorante da 200 coperti, un trenino turistico e un cinema, comunque troppo poco per la valorizzazione storica e turistica. Il problema riguarda Zagabria, poiché lo Stato croato detiene il 99 per cento delle proprietà dell’isoletta nordadriatica. Lo sottolinea anche Damir Cargonja del progetto “Isola Calva-Il nuovo turismo croato”: «La nostra iniziativa, dopo i primi successi, si è arenata. Ho avuto notizia che il ministro della Cultura, Andrea Zlatar Violic, avrebbe l’intenzione di sottoporre a iter parlamentare la legge sull’area ricordo e ciò con procedura d’urgenza. Staremo a vedere». Intanto i vacanzieri continuano a “depredare” continuamente l’isolotto, portando a casa mattoni, tegole, pezi di pietra e di legno.

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