L’Irresistibile bisogno di bersi le fake news

Gli esperti: "E' un antidoto allo stress e all’ansia". Ma crederci dipende anche dal livello di educazione di una comunità

TRIESTE Se siete sconcertati dalle fake news sulle scie chimiche o sul pianeta Nibiru, infastiditi da dichiarazioni come quelle del consigliere M5S Barillari sul nesso tra vaccini e autismo o irritati per il dilagare di rimedi miracolosi per tutte le malattie, consolatevi perché il problema non è soltanto nostro. Al più grande congresso di scienziati in India, l’Indian Science Congress tenutosi quest’anno dal 3 al 7 gennaio a Jalandhar, nel nord del Paese, il rettore di una università ha rivelato come fossero stati gli antichi Indù a scoprire le cellule staminali, mentre un altro relatore ha contestato la teoria della relatività di Einstein. Nel 2015 allo stesso congresso uno speaker aveva discusso di come gli indiani antichi fossero stati i primi a costruire gli aeroplani. Scontata la reazione indignata di K. VijayRaghavan, consigliere del Governo per la scienza e stimato scienziato, seguita dalle proteste in piazza da parte dei ricercatori in molte città.

Ma perché la gente crede alle fake news anche se sono così grossolanamente assurde? In campo medico, una componente della risposta è sicuramente legata al bisogno di sperare in una soluzione laddove la medicina ufficiale non riesce a fornirla. All’inizio del secolo scorso, negli Stati Uniti, il Liquozone curava l’asma, la dissenteria, la malaria e la tubercolosi, le Pillole Rosa del Dr. Williams l’anemia, la Mistura di Dill’s il diabete e quella di Peebles l’epilessia. Esistono ancora magnifiche boccette d’epoca per questi farmaci, gioia dei collezionisti. Tutto questo ci fa oggi sorridere semplicemente perché per queste malattie i rimedi nel frattempo li abbiamo scoperti.

Più in generale, secondo molti degli esperti che hanno partecipato lo scorso anno al meeting dell’American Psychological Association a San Francisco, la tendenza a credere alle fake news è un processo selezionato dall’evoluzione quale antidoto allo stress e all’ansia causati dal mondo incerto in cui viviamo. La distorsione nelle convinzioni nascerebbe presto nella vita, quando i bambini iniziano a distinguere tra la fantasia e la realtà, e assumono degli stereotipi di ruolo, come credere a una religione, giocare alla casa o recepire informazioni dalla famiglia, senza sviluppare un senso critico su quello che fanno.

È solo nell’adolescenza, quando inizia il pensiero razionale, che le credenze possono essere scalzate e i tabù infranti, un processo tanto più efficace quanto è più alto il grado di scolarità. Non a sorpresa, la popolarità di maghi e ciarlatani, compresi i nuovi guru della fake news sul web, è tanto più bassa quanto più è elevato il livello di educazione di una comunità. –




 

Riproduzione riservata © Il Piccolo