L’ira di Boscarol: «Troppi ritardi, difficile aprire la Pipistrel»
GORIZIA «Spero che ora si capirà una volta per tutte che non è responsabilità dell’azienda Pipistrel se a Gorizia non potremo aprire lo stabilimento e assumere 250 persone». Ivo Boscarol, fondatore e amministratore della Pipistrel, prende atto della lungaggine delle procedure che dovrebbero portare alla firma della concessione tra Enac e Società consortile per l’effettiva gestione dell’aeroporto Duca d’Aosta.
Se da una parte l’Enac, attraverso la direttrice Renata Carli, dopo il primo sopralluogo dell’altro giorno al Duca d’Aosta fa sapere «che la firma è questione di settimane», dall’altra Ivo Boscarol annuncia che «non innesterò sicuramente la quinta marcia se nell’aeroporto di Gorizia non si potrà volare per chissà quanto tempo ancora».
Un dialogo a distanza che scava un solco sempre più netto tra le parti; nel mezzo il vaso di coccio della Società consortile. Questa complessa vicenda potrebbe essere tranquillamente archiviata come la solita storia di burocrazia italiana. Solo che in questo caso sono in ballo 250 posti di lavoro e prima o dopo bisognerà pure venire a capo delle responsabilità.
Boscarol assicura che «sarò il primo a gioire se l’aeroporto sarà pienamente operativo ma conoscendo la complessità delle procedure nel settore aeroportuale dubito che al Duca d’Aosta si tornerà a volare in tempi ragionevoli».
Gli aerei Panthera saranno dunque costruiti nello stabilimento Pipistrel di Aidussina, a Gorizia - come paventato da Boscarol - ci sarà al massimo un magazzino o un museo. La direttrice dell’Enac ha affermato che la priorità dell’ente è quella di «riaprire al più presto l’aeroporto ai traffici aerei».
La fotografia attuale dell’aeroporto di Gorizia restituisce un sito in preda al totale degrado e per rimetterlo in sesto serviranno corposi investimenti. Pipistrel dovrebbe essere - o poteva essere? - la testa di ponte per la declinazione industriale dell’aeroporto, dove, secondo il progetto presentato dalla Società consortile, conviveranno aziende, strutture a supporto del volo, spazi culturali e ricreativi.
Ci vogliono molta immaginazione e ottimismo oggi per immaginare il risultato finale. Per ora sono solo progetti, ritenuti da Enac fattibili visto e considerato che ha creduto alla Società consortile con cui ha concordato la convenzione per la gestione dell’aeroporto. Ora lo scoglio è la concessione vera e propria, atto annunciato come imminente da tempo immemore e ancora non realizzato.
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