L’ira di Bled e Bohinj in rivolta contro l’assalto dei turisti

BLED Non sono certo Barcellona o Venezia, eppure anche le rinomate località alpine di Bled e di Bohinj, in Slovenia, famose per gli omonimi laghi, stanno soffocando a colpa del turismo di massa e, soprattutto, del turismo mordi e fuggi quello che maggiormemnte sta mettendo in difficoltà soprattutto la città dei Dogi.
Nessuna manifestazione popolare di protesta come è avvenuto a Barcellona, qui in Slovenia a farsi portavoce dei malumori della popolazione locale sono il sindaco di Bohinj Franc Kramar e il facente funzioni di direttore della società turistica di Bled, Matjaž Berčon.
Il problema è facilmente comprensibile soprattutto se si è stati qualche volta a Bled o Bohinj. A Bled i problemi principali sono la viabilità e i parcheggi, quasi tutti a pagamento quelli che ci sono e sono veramente pochi per il vero e proprio assalto subito quest’estate dalla località alpina grazie anche al inaspettato dagli operatori boom di presenze turistiche nel corso di questa stagione in tutto il Paese.
L’aria, a causa del transito di automobili, autocorriere, ma anche di camion è irrespirabile. La congestione veicolare è una norma e gli abitanti vivono da veri e propri assediati in casa. E così Berčon si è lasciato sfuggire alcune dichiarazioni, riportate dai media sloveni, in cui avrebbe chiesto di rispedire a casa i turisti.
«Niente di tutto ciò - precisa sulle righe del quotidiano Dnevnik di Lubiana - io volevo solamente far passare il concetto che il flusso turistico andrebbe in qualche maniera regolamentato».
Il “collo di bottiglia” da cui scaturisce il mega ingorgo giornaliero è l’uscita autostradale di Lesce verso Bled. Percorrerlo è mettere a dura prova il proprio sistema nervoso. Da anni si parla di costruire una bretella che baypassi la località di Bled in direzione di Bohinj.
Ma, a quanto pare, a Lubiana non ci sono i soldi per realizzarla. O meglio, in passato (prima dell’indipendenza) il denaro c’era, ma tutto è rimasto fermo per le opposizioni dei cittadini di Bled che si sono fatti la guerra relativamente al tracciato della nuova viabilità.
E così, autobus, camion e automobili continuano a spargere i propri gas sotto le finestre di alberghi prestigiosi e costosi che si affacciano sullo splendido scenario del lago.
A Bohinj il discorso è abbastanza simile. Innanzitutto c’è da rilevare che la strada che collega Bled a Bohinj è stretta e tortuosa. «Io sono un appassionato ciclista - spiega il sindaco di Bohinj Franc Kramar - ma in bicilcetta su quella strada proprio non ci vado perché non voglio rischiare la pelle».
Kramar chiederà al Consiglio comunale di limitare l’accesso delle automobili a ridosso del lago considerando anche il fatto che l’area fa parte del Parco nazionale del Tricorno.
«C’è, a circa un chilometro dal lago - precisa il sindaco - un grande parcheggio gratuito, ma è sempre vuoto, mentre tutti con automobili e bus si ostinano a parcheggiare lungo le sponde del lago».
Uno dei risultati più siacevoli è che gli alberghi e gli affittacamere stanno perdendo quei clienti che puntano a trascorre più giorni nel fresco e nella bellezza del lago, per colpa, dicono, dei turisti mordi e fuggi.
Ma se “Atene” piange, “Sparta” stavolta si frega le mani e invita i turisti a lasciare le intasate Bled e Bohinj per fermarsi qualche chilometro prima nel comune di Žirovnica.
È il sindaco Leopold Pgačar ad offrire gente socievole che accoglie gli ospiti con una calda stretta di mano e che offre loro la visita della casa natale di France Prešern, il più grande poeta sloveno, le arnie storiche dei propri apicoltori, tanta tranquillità e buon cibo. Ma è una battaglia perdente per tutti.
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