«L’ipotesi di anticipare la partenza al sabato non è praticabile»

Il capo del Comitato di regata Dodi Villani: «L’idea di dare il via un giorno prima in caso di meteo difficile si scontra con i problemi di chi arriva da fuori»
Il presidente del Comitato di regata Dodi Villani (secondo da sinistra) ha firmato l’annullamento
Il presidente del Comitato di regata Dodi Villani (secondo da sinistra) ha firmato l’annullamento

TRIESTE L’annullamento di Barcolana ha fatto notizia perché non era mai accaduto. Ed è abbastanza, per non dire molto, eccezionale che da più di cinquant’anni una regata che si svolge su una prova unica, in un’unica giornata (per di più d’inizio autunno!) avesse sempre portato a casa un risultato. In passato ci sono stati sabati da tregenda seguiti da domeniche miti. Basti ricordare il vicino 2015, quando le raffiche a più di ottanta nodi avevano spazzato il Golfo per poi lasciare spazio a un deciso calo della bora. Anche lì si era dato ascolto ai meteorologi e, dopo un’attesa di due ore a terra, una bellissima edizione della regata aveva preso il via alle 12.30.

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I ritardi nell’avvio delle procedure di partenza sono abbastanza comuni nel mondo della vela. Si attende perché il vento è troppo o perché manca completamente. Barcolana è tuttavia una regata anomala e la brezza flebilissima non è un problema; certo manca lo spettacolo, ma la sicurezza – aspetto assolutamente prioritario in una manifestazione dove la flotta è enorme ed eterogenea – è ovviamente garantita.

La bora forte è invece lo spauracchio dell’organizzazione, del Comitato di regata e della Capitaneria di Porto. Questa è la triade che – confrontandosi sugli aspetti tecnici – può dare il via libera o bloccare la regata.



All’indomani dell’annullamento il tema del “piano B” ha monopolizzato le discussioni. Va ricordato tuttavia che qualsiasi soluzione volta a salvare ad ogni costo l’evento dev’essere inseribile in quella cornice che si chiama Bando di regata, sorta di contratto tra organizzatore e partecipante che chiarisce le regole fondamentali, le quali vengono poi approfondite dalle Istruzioni di regata.

«Fino a un po’ di tempo fa il bando di regata era un documento non modificabile» spiega Dodi Villani, a capo del Comitato di regata di Barcolana «ma ormai è invalsa l’abitudine di consentire delle modiche a patto che tutti i partecipanti ne siano informati».

Da Bando di regata la partenza di Barcolana è fissata alle 10.30 e se posticiparla è una procedura semplice, anticiparla non è un affare così immediato. L’ipotesi circolata tra i moli di inserire nei documenti di regata la possibilità di anticipare al sabato la gara se il quadro meteorologico dovesse prevedere una domenica difficile è suggestiva, ma poco facile da attuare anche se il cambio di data fosse comunicato con un anticipo di uno o due giorni. Come potrebbero partecipare coloro che arrivano da fuori che approfittano del sabato per trasferire la propria barca a Trieste? Come organizzare le prenotazioni alberghiere? Cosa accadrebbe degli eventi collaterali che affollano il calendario del giorno prima della grande festa?

L’altra possibilità è quella di poter posticipare la regata di una settimana. Anche in questo caso la logistica sarebbe complessa e i costi salirebbero non poco sia per le barche meno competitive, sia per i grandi team. Bisogna poi aggiungere che il calendario di regate zonali e non solo è molto denso e un posticipo al terzo weekend di ottobre innescherebbe un effetto domino su tutte le altre manifestazioni. Esiste una terza via? Certo. Ed è quella di accettare che Barcolana sia una regata e come sempre accade si corra quando ci sono le condizioni per farlo e si sospenda quando il meteo impone di stare a casa. —




 

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