Lipizza mostra oggi i suoi gioielli a Elisabetta II

Le scuderie e l’intero comprensorio tirati a lucido per l’arrivo di sua maestà. L’incontro con la gente
LIPIZZA
. Nessun clamore, nessun annuncio, solo mezze parole. Ma poi, alla fine, la verità, come sempre, viene a galla. La visita a Lipizza è una scelta personale della regina Elisabetta, grande appassionata di cavalli e che ogni mattina esige di avere sul tavolo della prima colazione (tè Early Gray senza zucchero con uova strapazzate e bacon), rigorosamente intonso, il «Racing Post», la bibbia delle corse di cavalli. Se non lo trova il suo umore può restare pessimo per tutto il giorno.


Ma come Elisabetta II ha scoperto Lipizza? Galeotto fu il libro fotografico sulle scuderie che le è stato regalato un paio di anni fa da Joco Snidaric, il più grande fotografo sloveno contemporaneo. Amore a prima vista, dunque. E siccome la pianificazione della visita è iniziata due anni or sono nessuno si è sognato di negare la vista dei bianchi lipizzani a sua maestà.


E Lipizza si è messa a nuovo per ospitare la regina d’Inghilterra e il principe consorte Filippo di Edimburgo. Le prime avvisaglie della «strigliata» totale giunge dalla segnaletica stradale, completamente rinnovata cosicché le scuderie si annunciano con un profondo odore di vernice. Lungo la strada che percorre la tenuta tutta l’erba è stata accuratamente falciata, mentre un gruppo di cavalli lipizzani pascolano allo stato brado, formato cartolina.


È autunno, le querce, i tigli e i rossi cespugli di sommaco sono lì a dimostrarlo. Eppure lungo i vialetti di Lipizza non c’è neppure una foglia secca. Solerti giardinieri hanno potato tutte le piante e nelle ultime ore stanno continuamente togliendo le foglie secche, con le più tradizionali scope di saggina e olio di gomito, ma anche con più moderni trattorini dotati di potenti aspiratori. I sentieri sono stati tutti lavati con le apposite apparecchiature. Lungo la ringhiera che delimita l’accesso ai locali delle scuderie sono state appese centinaia di bandierine della Slovenia e della Gran Bretagna.


Entri nelle stalle e ti sembra di essere proiettato in una pubblicità di igienizzanti per bagno. Che ci si trovi in una stalla lo conferma solo l’inconfondibile odore dei purosangue tranquilli nei loro box. Per Slavina, Dubovina, Clarissa, Gaetana e i loro «compagni» solo il ruolo di comparse. I protagonisti veri del gran gala di Alta scuola proposto per la regina dalla Scuola lipizzana di equitazione vedrà in scena, nel maneggio coperto del comprensorio tutto circondato da fiori, solo otto cavalli.


L’istruttore, che ieri mattina stava controllando l’ultima sgambata dei suoi cavalieri e amazzoni, conferma solo il nome del purosangue «caposquadra»: sarà Maestoso Samira, una femmina di cinque anni, a guidare il plotoncino che si esibirà davanti alla regina, al principe Filippo e al capo dello Stato sloveno Danilo Türk accompagnato dalla moglie. Il resto della «formazione» resta un segreto.


«Noi qui a Lipizza - spiega il direttore marketing delle scuderie, Klavdij Cehovin - abbiamo tre rappresentazioni a settimana del nostro programma di alta scuola in cui si avvicendano 20 cavalli. La nostra - precisa - è come una squadra di calcio che partecipa alla Champion’s League e quindi dobbiamo avere una panchina lunga. Non possiamo dire con anticipo quale sarà la ”squadra” che scenderà in «campo» davanti a sua maestà. Anche perché saranno i singoli cavalieri a valutare la scelta migliore a poche ore dalla rappresentazione. Non si può mai sapere, un raffreddore improvviso o un cavallo che si sveglia con l’umore un po’ storto potrebbe rovinare tutto».


Dunque, nel nome della famosa pretattica calcistica, la formazione sarà resa nota solo poco prima della «partita». Alla regina sarà anche regalato un cavallo lipizzano che però resterà nelle scuderie slovene. Il nome? Ovviamente «top secret». Dopo l’esibizione equestre la regina Elisabetta incontrerà il gruppo folkloristico sloveno «Donne del carso» che, in vestiti tradizionali, illustreranno a sua Maestà i prodotti tipici di queste terre. A iniziare dall’asprigno terrano, per passare al prosciutto del carso, ai formaggi, al pane e agli squisiti strudel. «Sarà un momento importante - spiega ancora Cehovin - perché ci sarà un contatto diretto della regina con le tradizioni e il folklore della nostra gente. Sono momenti che Elisabetta II apprezza molto e in cui non lesina scambiare alcune battute con i suoi interlocutori».


Senza dimenticare che successivamente a circondare la regina ci saranno gli alunni di venti scuole della regione di Sezana che presentaranno i loro elaborati per il conorso indetto per l’occasione e denominato «Lipica». I migliori avranno l’onore che, probabilmente ricorderanno per tutta la vita, di ricevere il premio non da un preside qualsiasi, bensì da sua maestà britannica in persona. «E anche questo - conclude Cehovin - sarà un momento di contatto con la nostra realtà sociale, con le future generazioni della Slovenia».


Al di là del protocollo e dell’ufficialità ieri mattina a Lipizza si respirava un’aria di festa. Anche tra chi doveva continuamente e sotto una fastidiosa pioggerellina, ripulire viali, vialetti, sentieri e lavare scale o lucidare marmi. La Slovenia, in quest’occasione, sembra essersi trasformata in un’unica cooperativa popolare che sta dando il meglio di sè per rendere il soggiorno della grande regina nella piccola ex repubblica jugoslava un piccolo cameo da incorniciare nel voluminoso libro dei ricordi dell’82enne sovrana.
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