L’invasione delle nutrie arriva in centro a Grado

GRADO È allarme nutrie a Grado. Ce ne sono centinaia, forse anche un migliaio, sparse lungo gli argini di tutto il territorio comunale, comprese le frazioni di Fossalon e Boscat e soprattutto in laguna. Ma talvolta giungono anche a ridosso del centro abitato e adesso, vista la loro sempre più nutrita presenza (ogni femmina può arrivare ad avere per ogni parto sino a 9 piccoli), iniziano a preoccupare.
I volontari della Protezione civile di Grado, infatti, effettuano continui controlli in tutte le zone del territorio e già da un paio d’anni a questa parte hanno iniziato a lanciare l’allarme. Non possono in ogni caso far niente perché, almeno fino a qualche giorno fa, le mutrie erano animali protetti. La legge nazionale di tutela, però, è stata modifica il 2 febbraio scorso ma sul “controllo” delle nutrie è necessario attendere un piano della Regione. Insomma, si deve ancora aspettare prima di procedere al contenimento di questo roditori che creano danni anche all’agricoltura (mangiano anche il mais).
Le nutrie creano le loro tane sugli argini a pelo d’acqua, provocando danni principalmente agli argini e causando i fontanazzi che formano gli allagamenti. È sufficiente percorrere il tratto di ciclabile, che dal Caneo prosegue a ridosso dell’argine, per notare, anche durante i lunghi periodi di siccità, il terreno bagnato e talvolta anche delle piccole pozzanghere.
Ma ciò che preoccupa maggiormente è che arrivano ormai sino nelle zone abitate. C’è chi le ga fotografate con telefonino mentre nuotavano beatamente lungo il canale a ridosso della ciclabile provinciale in zona Sacca dei Moreri, nel tratto davanti a Valle Goppion, prima della pineta in direzione Monfalcone. Erano quattro ma è riuscito a immortalarne solo due. Una è stata tempo fa trovata nella fontana adiacente il palazzo municipale, mentre altre si notano fra i grandi massi frangiflutti a ridosso della diga. Quindi molto vicine all’abitato.
Da dove siano arrivate e perché si moltiplichino a dismisura? A Grado si dice che tutto è accaduto quando sono state liberate da un allevamento che sfruttava la loro pelliccia. Le nutrie sono identificate, infatti, come “castorini”. Dalla liberazione si sono sparpagliate puntando in direzione dei fiumi e verso la laguna tant’è che i primi a dare l’allarme sono stati proprio quelli che la frequentano. La loro nutrita presenza era stata segnalata in particolare da alcuni vallicoltori.
«È impossibile quantificare il numero, di certo molto elevato, ma si può parlare, compresa la laguna e le frazioni, di un migliaio di esemplari», dice Giuliano Felluga, coordinatore dei volontari della Protezione civile gradese. Presenza di nutrie è stata segnalata anche lungo gli arenili ma soprattutto in zona Valle Goppion, a Primero, Fossalon e pure a Boscat.
Oltre agli isolotti della laguna, da dove quasi sicuramente si sono spinte fino a Grado. Ma si trovano un po’ ovunque, lungo i fiumi, i fossati, alla Cona, Marina Julia, alla Foce dell’Isonzo... La loro presenza è segnalata anche nella laguna di Marano e in tanti altri luoghi. Insomma o si interviene presto, dicono gli agricoltori, oppure il numero è destinato a salire. Un po’ come accade con i cormorani nelle valli da pesca.
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