L’inutile corsa all’Isee per 10mila inquilini Ater

Certificazione richiesta lo scorso aprile a chi voleva l’abbattimento dei canoni Poi la doccia fredda comunicata dall’azienda: il modulo servirà solo dal 2017
Di Giovanni Tomasin

Dateci la nuova Isee, anzi no! La Regione balla il valzer sull'uso del nuovo modello Ise/Isee nell'Ater e in 10mila lo presentano per niente. Nell'aprile scorso l'ente dell'edilizia popolare aveva chiesto entro la fine del 2015 il nuovo modulo, salvo poi comunicare che servirà effettivamente soltanto a partire dal 2017. Il tutto dopo che migliaia di inquilini avevano già fornito il documento. È un modo un po' bislacco di portarsi avanti con il lavoro che certo non ha fatto molto piacere ai Caf sindacali e alle associazioni, che nei mesi scorsi sono impazziti per rispondere a migliaia di richieste. La responsabilità dello scarto è in capo alla Regione: avendo approvato la riforma della casa in febbraio e non in novembre, come inizialmente previsto, l'utilizzo del nuovo Isee per i canoni Ater è slittato all'anno prossimo. Peccato che non siano stati avvisati i diretti interessati.

Una cittadina triestina racconta in una lettera al Piccolo le traversie derivate dal ballo dell'Isee: «A fine aprile 2015 l'Ater ha inviato a tutti gli inquilini una comunicazione per il censimento, chiedendoci di presentare la certificazione Ise/Isee per il calcolo dei canoni di locazione per il biennio 2016/2017», scrive. Contestualmente alla richiesta l'ente forniva anche le indicazioni necessarie all'ottenimento del certificato. Ricordiamo che i contratti di Ater a Trieste sono 12mila, di cui 5mila 500 di fascia A. «A quel punto le famiglie iniziano la ricerca affannosa - prosegue l'utente -. Si telefona ai vari Caf dei sindacati, delle associazioni e così via. Questi non rispondono perché oberati di lavoro, per cui ci si arma di pazienza, si va di persona. A maggio si leggono già cartelli con scritto “non si accettano più prenotazioni Isee”». La risposta che gli utenti ricevono più spesso è «cercate altrove, magari trovate qualcuno che può aiutarvi, noi siamo pieni». «L'unica soluzione - racconta ancora l'autrice della lettera - è visitare la nostra bella città fermandosi a ogni Caf e chiedendo l'elemosina per un certificato Isee. Finalmente qualcuno trova una piccola associazione, parte il tam tam che dà una destinazione a quelli che vagano sperduti alla ricerca di un luogo dove compilare il famigerato modulo».

Trovato un compilatore, ci si affretta a consegnare il modulo per non rischiare che l'Ater applichi il massimo del canone. Un'evenienza tanto più sgradevole per chi ha magari 500 euro di pensione. Adempiuto al compito burocratico, convinti i nonni a far le carte anche loro, in febbraio arrivano i bollettini del canone ed ecco la sorpresa: «L'Ater scrive che dello stress causato dalla ricerca dei Caf, dei giri per Trieste, non gliene può fregar di meno. All'anno 2016 verranno applicati i canoni e le modalità di calcolo del biennio 2014/2015». Chi non ha la capacità economica di pagare il canone inviato, pur avendola certificata dall'Isee, dovrà richiedere la rideterminazione del canone. E nel frattempo pagare il bollettino. «A questo punto - conclude l'utente - si può solo pensare che l'Ater abbia una forte vocazione sociale e, visto che il movimento fa bene agli anziani, provveda a farli correre».

Spiega il direttore di Ater, Antonio Ius: «Una legge regionale del 2014 stabiliva che dal 2016 sarebbe entrato in uso il nuovo modello dell'Ise/Isee. A fine 2015 però la Regione ha rilevato che il processo di riforma delle Ater, che doveva chiudersi prima della fine dell'anno, sarebbe passato nei primi mesi del 2016». A quel punto è stata varata una norma, la legge regionale 29 del 27 novembre 2015, che ha rimandato al primo gennaio del 2017 l'adozione del modulo. «Per quest'anno continueremo a utilizzare i canoni dell'anno scorso - conclude Ius -, ma i 10mila inquilini che hanno prodotto il modulo Ise/Isee sappiano che resterà valido per il prossimo anno».

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