L'intervista M5S, Battista attacca la base: «Con che diritto mi chiedono le dimissioni?»
Le dimissioni non ci saranno. Nemmeno dopo la richiesta dell’assemblea regionale del Movimento 5 Stelle tenutasi domenica a Gradisca. Lorenzo Battista tira dritto per la sua strada e rimane al suo posto al Senato, definendo «contraddittorio» il comportamento del Movimento in Friuli Venezia Giulia che mai lo ha sfiduciato né tantomeno criticato prima dell’espulsione dal gruppo a Palazzo Madama e ora, a posteriore, lo invita a dimettersi.
Via twitter ringrazia il deputato Walter Rizzetto, tra i più critici rispetto alle espulsioni, «per quanto hai detto a mia difesa. Fossero tutti con la tua onestà intellettuale a quest’ora si parlerebbe di altro» mentre per altri esponenti grillini della regione e di Trieste ha parole tutt’altro che accomodanti. I principali bersagli sono i triestini Paolo Menis e Stefano Patuanelli, «portavoce di Casaleggio», e la capogruppo in Consiglio regionale Elena Bianchi che lo ha accusato di essere stato poco presente sul territorio che lo ha portato all’elezione in Parlamento.
Battista, il voto dell’assemblea regionale cambia qualcosa nelle sue intenzioni future?
Direi di no anche perché non capisco come il Movimento 5 Stelle del Friuli Venezia Giulia possa affermare che il sottoscritto abbia gettato fango sul Movimento quando, prima dell’espulsione, non c’è mai stata una presa di posizione in questo senso. Anzi, sono io a non comprendere il loro atteggiamento nei miei confronti, visto che non mi è stato permesso di fare una riunione nella sede di Trieste perché considerato fuori dal Movimento: ora con quale autorità si può legittimare questa richiesta?
Quindi niente dimissioni da senatore?
Non saprei proprio come dare seguito a questa richiesta. Prima mi considerano fuori dal Movimento e poi mi chiedono di andarmene. Da parte mia posso solo dire che nel recente incontro a Trieste la grande maggioranza dei presenti, al contrario, mi ha chiesto di continuare l’attività al Senato e le battaglie portate avanti in questo anno di mandato.
Eppure i principali critici del suo operato sono proprio i consiglieri comunali triestini Menis e Patuanelli.
Sono mesi che Patuanelli dice di volersi dimettere ma poi rimane lì dov’è... Lui e Menis ormai fanno i portavoce di Casaleggio, lo stesso Patuanelli lo sente praticamente ogni giorno. Le prese di posizione nei miei confronti mi sanno tanto di paura di essere delegittimati.
La accusano anche di essere stato assente sul territorio. Come risponde?
Mi lascia molto sorpreso che la capogruppo in Consiglio regionale, Elena Bianchi, sostenga pubblicamente che non ho preso parte ai meetup in regione. Sarebbe da chiederle se in uno degli ultimi incontri a Staranzano era presente una sua sosia. Ho visto una persona che le assomigliava moltissimo...
A che punto è la costituzione del nuovo gruppo al Senato?
Per avere un nuovo gruppo ci vogliono i numeri che in questo momento ancora non abbiamo. Ma se Grillo continua come sta facendo ultimamente ci darà una grossa mano.
Si riferisce alle macroregioni?
Ormai siamo al concetto di “ss” di Grillo e Casaleggio, secessione e scontrini... Ma non mi sembra neanche il caso di commentare ulteriormente. Quello che mi dispiace più di ogni altra cosa è dover parlare continuamente di espulsioni e uscite estemporanee invece di occuparsi davvero delle cose importanti per il Paese.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo