L’intelligenza artificiale contro i furti nei supermercati di Trieste
Il sistema di una startup osserva e segnala sul telefono del commerciante i comportamenti sospetti. In due mesi Bosco ha smascherato così 15 ladri e 2 borseggiatrici: «Perdiamo 200 mila euro all’anno»
«Il sistema di intelligenza artificiale che abbiamo installato due mesi fa ci ha permesso di smascherare quindici furti e di incastrare due borseggiatrici». Fabio e Giorgio Bosco sono i primi a sperimentare a Trieste il sistema messo a punto dalla startup francese Veesion, che proprio grazie all’intelligenza artificiale segnala al commerciante tutti i comportamenti sospetti, che poi si possono tradurre in un furto o in un borseggio.
Così, dopo i finti clienti ingaggiati dalle catene della grande distribuzione per pizzicare i ladri, i classici sistemi di videosorveglianza o le guardie giurate, i proprietari dei supermercati si affidato all’altissima tecnologia per di arginare i danni causati dai furti.
Per comprendere le esigenze, basta pensare che una catena locale come quella dei Bosco «in media, negli ultimi anni, ha registrato perdite dettate dai furti di oltre 200 mila euro», spiega Fabio Bosco. «Di recente – racconta l’imprenditore – abbiamo fatto un test in uno dei nostri punti vendita: delle confezioni di Parmigiano Reggiano sistemate nel frigo, il 70% non è stato scontrinato: è uscito dal supermercato senza passare alla cassa. Capisce perché siamo disperati e siamo pronti ad adottare ogni strumento utile ad arginare questa piaga?».
Così, quando ai Bosco è stato proposto di sperimentare l’intelligenza artificiale per fronteggiare i furti, non ci hanno pensato due volte.
Come funziona
Ma come funziona l’intelligenza artificiale antifurto nei supermercati? Il sistema Veesion, con uno specifico software, si inserisce in quello della videosorveglianza, che deve comunque essere ad alta definizione. La tecnologia si basa su un’innovazione nel campo dell’intelligenza artificiale: ovvero l’applicazione del deep learning video, che consente al sistema di osservare e comprendere i gesti umani in tempo reale.
Analizzando continuamente i video, l’intelligenza artificiale impara a identificare i comportamenti sospetti, come quelli appunto associati al taccheggio, ai borseggi, ai furti. L’algoritmo, tra l’altro, è auto-apprendente: impara dalle situazioni che incontra e migliora costantemente le sue prestazioni in base ai dati che riceve ed elabora.
Quando, attraverso le telecamere, il sistema rileva un comportamento sospetto, gesti e movimenti specifici, la sistemazione del prodotto fuori dal carrello o dal cestino, la presenza di cappelli, cappucci, un eccessivo guardasi intorno, oltre a una serie di precisi atteggiamenti, manda un segnale al telefono cellulare o a un tablet. Un’allerta che mostra anche il video con l’istante catturato. L’addetto del supermercato che gestisce il sistema, o l’addetto alla sicurezza, a quel punto, raggiunge il cliente sospetto e verifica, osserva. Se si accorge che la segnalazione non si è tradotta in un furto, cancella subito il video. Se invece pizzica un ladro, «nel nostro caso, a fronte di prove evidenti, di video inequivocabili – così Bosco – ci è bastato mostrate le immagini al diretto interessato, e il lui o il lei in questione ha riconsegnato la merce rubata. Per noi è già molto recuperare i prodotti».
Nel caso delle borseggiatrici, invece, visto che in quel caso le vittime erano altri clienti, «abbiamo chiamato il 112», precisa l’imprenditore. Il sistema, quindi, oltre a ridurre i furti, punta a proteggere i clienti, soprattutto i più fragili, vittime predilette dei malintenzionati. Va sottolineato che, in questo caso, l’intelligenza artificiale non identifica volto, altezza, età o colore. «Vengono identificati solo i gesti sospetti – assicura Bosco – e il telefono usato per la segnalazione è aziendale, resta depositato in azienda, chi lo prende in dotazione firma un registro, i filmati non vengono in nessun modo diffusi». Nel tempo, Bosco intende adottare il sistema in tutti i suoi punti vendita.
«Non si sono mai registrati tanti furti come in questo periodo storico – constata Fabrizio Cicero, coordinatore per il Friuli Venezia Giulia di Aspiag Service (Despar) – con furti anche organizzati di merci specifiche, che vanno quindi oltre il singolo taccheggio del pezzo di formaggio o della lattina di birra. In questo periodo, ad esempio, spariscono sorprendenti quantità di tonno in scatola, oltre alle bottiglie di superalcolici».
Nei punti vendita a marchio Despar a Trieste, dove per ora non si è fatto ricorso all’intelligenza artificiale per sventare i furti, si ricorre ad altri sistemi. «Da quelli anti-taccheggio agganciati i prodotti alle videocamere puntate sulla merce più aggredita dai ladri – illustra Cicero – dal vigilantes in borghese alle guardie giurate che abbiano dovuto ingaggiare in certi punti vendita, dove la tensione è più elevata e dove, a tutela sia dei dipendenti che dei clienti, abbiamo deciso di alzare ulteriormente il livello dei controlli». —
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