L’integrazione dei bambini? Con la lettura delle fiabe
A Monfalcone c’è uno spazio dove le percentuali non contano e la magia delle fiabe incanta ancora. Si chiama, neanche farlo apposta, giardino Unicef, ed è capace di tenere uniti i bambini di qualsiasi provenienza. Nel farlo, induce le mamme a conoscersi fra loro, rendendo palese quanto l’integrazione, lontana dalle sovrastrutture, non solo sia possibile ma possa essere anche del tutto spontanea. Infusa direttamente dal sapore, antico e semplice, delle favole narrate ad alta a voce.
E se ogni fiaba che si rispetti è l’effetto di un incanto, qui la bacchetta magica è in mano a una ventina di volontari. Sono i Lettori in Cantiere di Monfalcone: coordinati dalla biblioteca comunale, si sono messi in squadra nel 2014, e da allora impiegano il loro tempo libero per leggere le storie ad alta voce. Lo fanno un po’ per tutti: per i nonni nella casa di riposo, per gli utenti del Cisi e per gli alunni delle scuole. Lo fanno in ogni stagione, e non si fermano nemmeno d’estate.
A luglio si sono dati appuntamento in piazza della Repubblica, in quel giardino situato proprio davanti al municipio, a due passi dal parco giochi. Fino a ieri si sono incontrati ogni mercoledì, proprio nell’affollato giorno del mercato. Cinque poltrone color legno in fila sull’erba, davanti a una platea di tante piccole sedie. Qualche microfono e una chitarra.
Basta intonare una canzoncina popolare e comincia l’incanto. I bambini arrivano, o le mamme li spingono nei passeggini. Le sedie si riempiono e le gambette fremono. Spetta al lettore Enrico Taunisio di rompere il silenzio, e ha il pregio di farlo con una voce intonata e la chitarra. Poi Lorena Boscarol («e pensare che all’inizio avevo paura a leggere in pubblico») inizia la prima fiaba. Davanti a lei, appesi alla sua voce, gli occhi dei piccoli spettatori rimangono incantati a vedere il libro che si apre. Le mamme indietreggiano e trovano il tempo di fiatare. Un occhio al figlioletto seduto davanti, l’altro alla mamma che si ritrovano ad avere di fianco.
«È da un mese che sono arrivata a Monfalcone - dice la signora Stefania con spiccato accento meridionale -, ho visto l’annuncio sul sito della biblioteca e mi sono precipitata qui». A fianco una mamma bengalese è qui per la prima volta, così come «una signora del Madagascar che ho accompagnato - spiega la maestra d’asilo Daniela Colomban -. Il nostro territorio ha bisogno di tante piccole iniziative come queste. I bimbi di quest’età, già abituati alla tecnologia, si lasciano trasportare dalle voci dei lettori, trovano piacere nell’espressione, nella mimica che solo il contatto diretto può dare. Lo spazio pubblico del parco è l’ideale per facilitare la partecipazione, e con essa l’integrazione».
Dello stesso parere Cinzia Benussi, fra le colonne portanti dei Lettori in cantiere. «Al parco è tutto più facile. Negli incontri al chiuso, come quelli che d’inverno organizziamo in biblioteca, favorire la partecipazione è più difficile. Qui invece, all’aria aperta, le timidezze si vincono e per qualcuno che legge c’è sempre qualcun altro disposto ad ascoltare».
Fra il pubblico si scorgono anche due nonne in sedia e rotelle, fra cui Maria Luisa che si fa una risata ammettendo di «trovare piacere a stare lì al fresco ad ascoltare». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo