L’insegna di Pirona tra i beni “salvati”
La Fondazione CRTrieste non ha comprato solo gli arredi Nell’elenco anche il grande lampadario e l’orologio Liberty
«Insegna del negozio con effigie “Pirona” di dimensioni di circa 4 metri per 70 centimetri». Tra i beni inventariati e acquistati per la cifra di 35 mila euro dalla Fondazione CRTrieste c’è anche la scritta argentata esterna del caffè pasticceria di largo Barriera vecchia 12, quella attualmente coperta in modo artigianale con un telo di plastica nero fissato con delle assi di legno avvitate sulla vetrina del locale. Gli altri beni comprati in extremis dalla Fondazione CRTrieste dalla famiglie De Marchi, per scongiurare che finissero all’estero, sono gli arredi interni, compreso un orologio e il lampadario. Non ci sono invece i macchinari e gli attrezzi del laboratorio di pasticceria, che risalgono agli inizi del Novecento e neppure il libro delle ricette (alcune segrete) dei dolci creati da Alberto Pirona.
Per il momento nessuno ha toccato nulla e tutto è rimasto al suo posto. L’elenco dei beni acquistati dalla Fondazione CRTrieste è composto da 10 nuclei: un bancone vetrina, 254 x 60 centimetri; un banco centrale, lunghezza 262 centimetri; una vetrina da banco, della lunghezza 180 centimetri; una nicchia con scaffalature in vetro e relativa cornice, 240 x 105 centimetri; quattro corpi scaffalatura con larghezza rispettivamente di 100, 122, 118 e 122 centimetri; una scaffalatura con larghezza di 161 centimetri; un corpo scaffalatura a mensole con larghezza di 285 centimetri. E ancora una cornice di passaggio al vano laboratorio che inscrive un orologio Junghans con relativo movimento; un lampadario in bronzo dorato di epoca tardo Liberty composto da numero quattro braccia su base quadrata e numero un pendente centrale reggenti sottili cannule vitree nella tinta panna; una vetrina arredata con un sistema di scaffalature in vetro, sostenute da numero una struttura originale in ottone gusto liberty. E infine, come detto, un’insegna del negozio con effige “Pirona” di dimensioni di circa 4, 0 metri x 0, 70 metri.
La Fondazione CRTrieste, prima di dare disposizioni di rimozione e trasloco degli arredi e dell'insegna in stile Liberty da largo Barriera al Porto Vecchio (si è parlato del Magazzino 26 come deposito temporaneo), molto probabilmente cercherà di lasciare margini alle trattative di salvataggio dell’attività di Pirona. Più di qualcuno si è fatto avanti nell’ultima settimana. E a breve potrebbe arrivare anche l’annunciato vincolo da parte della Soprintendenza. Il procedimento, a quanto si è appreso, è già in corso.
Il caffè pasticceria è stato fondato nel 1900 da Alberto Pirona. La pasticceria, in delicato stile liberty, fu da subito meta di nobiltà, borghesia, intellettuali e artisti come lo scrittore James Joyce che dal 1910 al 1912 abitò al numero 32 della stessa via e il compositore Antonio Smareglia che abitava lì accanto. Alla fine degli anni’80, la famiglia De Marchi acquisì la pasticceria da Oscar Pirona, ultimo degli eredi della celebre dinastia.
Citato nella guida del Gambero Rosso per la sua produzione artigianale dei dolci tipici triestini (presnitz, pinza, putizza, mandorlato, fave triestine, marzapane). Nel 1994, il caffè pasticceria Pirona è stato insignito dell’onorificenza di “locale storico d’Italia”. Un titolo che condivide solo con il Caffè San Marzo, il Caffè Tommaseo e l’Antica trattoria da Suban.
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