L’Inps: «Con la protesi niente assegno»
di Francesco Fain
«Il signor Elvis ha una protesi. E questa ha portato a un miglioramento del suo deficit motorio, ragion per cui non ha più i requisiti per ottenere l’assegno di invalidità».
Stringi, stringi, è questa la risposta dell’Inps al clamoroso caso denunciato ieri dal nostro giornale: il caso, appunto, di un uomo di trentun’anni che a causa di un tumore maligno dei tessuti molli (sarcoma sinoviale), si era visto amputare la parte inferiore della gamba sinistra. Dopo aver ottenuto il riconoscimento dell’invalidità al 100% si era visto revocare la pensione e, beffa delle beffe, richiedere quanto percepito a novembre.
La risposta dell’Inps, questo va detto, siamo stati noi a caldeggiarla ieri mattina, chiedendo una presa di posizione ufficiale sulla vicenda dell’invalido (ormai “ex” per l’Istituto nazionale previdenza sociale). Alla fine, grazie anche all’interessamento di Luigi Ferrara, responsabile del settore “Informazioni istituzionali e Relazioni con il Pubblico” dell’Inps di Gorizia, la risposta è arrivata. E i toni non faranno certamente piacere al trentunenne e a quanti (e sono tanti) hanno voluto esprimere sdegno e perplessità sulla pagina Facebook de “Il Piccolo” per la decisione dell’Inps.
Manteniamo integrale il comunicato. «Il signor Elvis, al quale comunque la direzione Inps di Gorizia esprime il proprio senso di solidarietà, titolare di una pensione InvCiv riconosciuta il primo febbraio del 2011 dalla commissione Asl di Gorizia, è stato sottoposto dal centro medico-legale dell’Inps di Gorizia ad accertamenti espletati in sede di verifica sulla permanenza dei requisiti sanitari per usufruire della pensione a norma dell’articolo 20, comma 2, della legge 102/2009». Questa è la premessa. La nota continua: «Pur in presenza di una conferma della diagnosi originaria, i medici dell’Istituto incaricati della verifica hanno espresso un giudizio medico/legale tale da determinare il riconoscimento di uno stato invalidante con riduzione permanente della capacità lavorativa compresa tra il 34% e il 73% e che, pertanto, non è stato possibile confermare la prestazione economica di invalidità civile in precedenza riconosciuta».
Quindi, traduciamo in termini comprensibili a tutti, c’è stato un miglioramento grazie alla protesi. «Ovviamente, quanto sopra è stato comunicato all’interessato - si chiude la nota - ricordando che, avverso tale decisione, può comunque essere presentato ricorso innanzi all’Autorità giudiziaria ordinaria entro il termine di sei mesi dalla data di ricevimento della comunicazione».
Resta la domanda di fondo: una persona senza una gamba come può essere definita se non invalida? L’Inps risponda.
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