“L’innocente” di Visconti nel venerdì dei film liberty

Il ciclo di appuntamenti dei “Venerdì Liberty”, proiezioni e conferenze a ingresso libero nella sede dell'Auditorium della ex Pescheria, prosegue oggi, alle 17.30, con “L’innocente” (1976) di Luchino

Il ciclo di appuntamenti dei “Venerdì Liberty”, proiezioni e conferenze a ingresso libero nella sede dell'Auditorium della ex Pescheria, prosegue oggi, alle 17.30, con “L’innocente” (1976) di Luchino Visconti, il quarto titolo della rassegna di film, organizzata dall'assessorato alla Cultura con La Cappella Underground. Presentazione a cura di Luciano De Giusti (Università di Trieste).

“L’innocente” è l’ultimo film di Visconti, che morì dopo averne approntato un primo montaggio e che fu presentato al Festival di Cannes 1976, due mesi dopo la sua scomparsa.

Il film si apre con un’inquadratura che riporta un dettaglio della mano dello stesso regista milanese che sfoglia una vecchia edizione dell’omonimo romanzo (1892) di Gabriele D’Annunzio, da cui il film è tratto, seppur con profonde differenze strutturali, narrative e figurative. Ambientato nella Roma umbertina del 1891, narra le vicende di Tullio Hermil (Giancarlo Giannini), aristocratico libertino che non dimostra remore nell'esibire pubblicamente la propria relazione extraconiugale. Ma allorché apprende dell’amicizia tra la moglie (Laura Antonelli) e il letterato di origini popolari Filippo D'Arborio, cerca di riconquistarla; dopo aver saputo che la moglie è incinta di un figlio adulterino, la sua gelosia si rivolge al nascituro.

Girato principalmente a Roma, Visconti utilizzò come set principale Villa Mirafiori, residenza costruita nel 1874 per Rosa Teresa Vercellana, poi contessa Fontanafredda e Mirafiori, moglie morganatica di Vittorio Emanuele II. Gli studenti della Facoltà di Lettere dell’Università di Roma, che il palazzo oggi ospita, possono ancora vedere le porte e i plinti che l’art director Mario Garbuglia e i suoi assistenti dipinsero espressamente per Visconti, che intendeva evocare nel modo più vivido possibile l’ambiente fin-de-siècle del romanzo di D’Annunzio. I costumi e gli arredi, storicamente accurati, sono infatti frutto di un lungo lavoro di documentazione.

Il prossimo appuntamento è il 27 maggio con “Isadora” (1968) di Karel Reisz, che ripercorre la biografia della danzatrice Isadora Duncan (1878-1927) e ne rievoca le tappe del successo e gli incontri sentimentali prima della tragica fine.

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