L’influenza è in arrivo con due nuovi ceppi

Sono pronte 45mila dosi di vaccino, la campagna di prevenzione gratuita prenderà il via il 5 novembre
20012112- PONTEDERA (PI) - INFLUENZA: E' ARRIVATA- L'influenza di quest'anno e' ufficialmente arrivata : e' stato infatti isolato il primo virus appartenente al ceppo B in una bambina di 11 anni. FRANCO SILVI /ANSA/JI
20012112- PONTEDERA (PI) - INFLUENZA: E' ARRIVATA- L'influenza di quest'anno e' ufficialmente arrivata : e' stato infatti isolato il primo virus appartenente al ceppo B in una bambina di 11 anni. FRANCO SILVI /ANSA/JI

di Gabriella Ziani

Il nome è lo stesso di sempre, ma il contenuto cambia, e questo è l’allarme cui devono prestare attenzione i cittadini. L’influenza è in arrivo, e quest’anno due ceppi di virus su tre sono nuovi. Non siamo perciò immunizzati per via naturale o per aver già assunto il vaccino. Non è prevedibile con certezza, ma è possibile che l’epidemia si presenti dunque più aggressiva. Diventa oltremodo raccomandabile la vaccinazione, che però i triestini (così come nel resto della regione) hanno cominciato a snobbare.

L’anno scorso l’iniezione è stata fatta solo dal 55% delle persone con più di 65 anni per le quali è raccomandata, o con patologie croniche (di cuore, di respirazione). Ma pur con queste avvisaglie, la Regione ha deciso quest’anno di posticipare l’inizio della campagna di vaccinazione gratuita. Che partirà appena il 5 novembre. E qui i medici addirittura sconsigliano di assumere il farmaco prima del tempo indicato, perché i suoi effetti potrebbero svanire quando l’epidemia sarà più aggressiva.

Il non vaccinarsi però potrebbe essere, stavolta, un’imprudenza da evitare. Lo spiega Fulvio Zorzut, responsabile del servizio Malattie infettive dell’Azienda sanitaria: «Siamo in presenza di due ceppi nuovi su tre - osserva -, uno è il virus di sempre, H1N1, detto “California” dal luogo di provenienza, gli altri sono l’H3N2 detto “Victoria” perché isolato per la prima volta la scorsa primavera in Australia, e il terzo è il B, che arriva dagli Usa, dallo Stato del Wisconsin».

Come si comporteranno i due sconosciuti? Con quale grado di allarme devono essere attesi, dopo anni di spaventosi pericoli per le “mutazioni”, anche di specie animale? «Che sia un’influenza più aggressiva del solito o meno, ancora non lo si sa - dice Zorzut -, l’unica cosa da fare è raccomandare molto il vaccino protettivo».

Quando partirono le prime campagne di informazione i triestini risposero molto bene: il 66,6% delle categorie a rischio scelse di cautelarsi. Poi il dato è crollato. La gente si è forse stufata del panico globale rispetto all’”aviaria”, alla “suina”, al ventilato pericolo di un’altra “spagnola”. Ha saputo delle superproduzione di vaccini che poi sono andati buttati. Ma, tecnicamente, è meglio prevenire che soccombere, e dunque gli epidemiologi di tutto il mondo (salvo rarissime eccezioni) sono stati concordi: quella paura era giusta.

«I dati di consuntivo poi ci danno ragione - commenta Zorzut -, perché anche a Trieste vediamo come le persone con oltre 65 anni sono la fascia di età che si ammala di meno. Come sempre, a prendere l’influenza in massa sono i “cuccioli”, i bambini da zero a quattro anni che, se in buona salute, non devono essere vaccinati».

Dunque lo “start” è al 5 novembre. Sono state ordinate dall’Azienda sanitaria 45 mila dosi di vaccino. E anche qui c’è una stima prudente: «Serviranno a coprire esattamente quel 55% di popolazione che si è vaccinata lo scorso anno. Se poi le esigenze si riveleranno superiori, potremo sempre incrementare l’acquisto».

Anche quest’anno, ma appena a fine mese, appariranno in città i “poster” che intendono ricordare l’opportunità di non influenzarsi, per non aggravare problemi di salute preesistenti, che è il vero rischio di questa malattia stagionale, in se stessa non pericolosa.

«L’immagine è uguale all’anno scorso, un manifesto a base azzurra con un termometro che sembra un albero da regata, e gocce di pioggia che assumono la forma di uno “spinnaker”». Siamo a Trieste, in post-Barcolana, ed è ancora sul mare che si punta come mezzo di convincimento. Il ministero della Salute, che indica l’obbligo di vaccinazione per il 95% dei cittadini a rischio, con un minimo consentito del 75%, ha scelto invece un omino con l’impermeabile giallo, con un ombrello aperto, intento a difendersi anch’egli da gocce di pioggia. Queste però hanno un poco amichevole ghigno, sono gocce di virus in caduta libera.

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