L'infezione da zecca (Tbe) arriva anche in Carso
TRIESTE Anche a Trieste le zecche possono trasmettere il virus della meningoencefalite da zecca (Tbe). Uno studio pubblicato su Journal of Clinical Virology descrive infatti i primi tre casi di trasmissione di Tbe nell'area triestina. Il virus è stato identificato nel laboratorio di virologia dell'Ospedale Burlo Garofolo di Trieste dall'equipe coordinata da Pierlanfranco D'Agaro, anche in collaborazione con il laboratorio di virologia molecolare dell'Icgeb diretto da Alessandro Marcello.
La Tbe è un'infezione che interessa il sistema nervoso centrale e si può contrarre a causa del morso di una zecca infetta. Ma non solo. «Abbiamo studiato tre casi di persone infettate nel 2013 nel Carso triestino», precisa D'Agaro, «e uno dei tre pazienti ha probabilmente contratto il virus bevendo latte crudo non pastorizzato, perché mucche o capre, se infette, possono trasmettere il virus con il latte». I ricercatori hanno isolato il virus e sequenziato il suo genoma per definirne meglio le caratteristiche epidemiologiche.
«Si tratta di un virus del tipo europeo, fortunatamente meno virulento dei ceppi siberiani e orientali», precisa Marcello, da anni occupato nello studio dell'infezione da virus Tbe. «Non deve sorprendere la presenza di casi di trasmissione del virus anche in aree finora non interessate dal fenomeno - aggiunge -. Negli ultimi anni c'è stata infatti un'espansione in Europa Occidentale e nel Nord-Italia, particolarmente in Trentino e Friuli Venezia Giulia, della presenza di zecche che sono potenziali vettori del virus». Proprio per identificare precocemente l'insorgere di nuove epidemie virali gli scienziati dell'Icgeb, in collaborazione con il Burlo, l'Università di Trieste, Euroclone e il Consorzio di Biomedicina Molecolare di Area Science Park, e con il supporto della Regione Fvg, stanno sviluppando kit diagnostici portatili pensati per rendere la diagnosi più veloce.
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