Linea elettrica da spostare: un altro milione per l’ovovia di Trieste
TRIESTE. Nuovi costi e ulteriori oneri si aggiungono a quelli già preventivati per il progetto della cabinovia: un milione di euro, 984.800 per l’esattezza, più Iva. E undici mesi di lavori solo per realizzare il nuovo percorso delle linee elettriche dell’alta tensione che saranno attraversate dalla funivia metropolitana.
Il preventivo inviato da Terna Spa al Comune di Trieste nel marzo scorso emerge da una corrispondenza tra i due soggetti ottenuta tramite un accesso agli atti del dem Francesco Russo. Preventivo che, per il vicepresidente del Consiglio regionale e consigliere comunale, segnerebbe un altro chiodo alla bara di un progetto finanziato dal Pnrr con 60 milioni di euro ma «costellato di difficoltà».
«L’ovovia non potrà essere realizzata e lo dicono i fatti», attacca l’esponente del Pd, invitando la giunta Dipiazza a «dichiarare l’abbandono del progetto e smettere di prendere in giro i cittadini, facendo spendere soldi pubblici che potrebbero essere spesi altrove in modo più utile».
Il documento condiviso in conferenza stampa risale allo scorso 14 marzo e ricostruisce lo scambio tra il gestore nazionale della rete ad alta e altissima tensione, appunto Terna, e l’amministrazione comunale, relativa al procedimento della cabinovia ora all’esame dell’amministrazione regionale.
Dalle carte – «finora tenute nascoste e ottenute solo tramite un accesso agli atti», denuncia Russo – risulta in particolare la richiesta avanzata da Terna Spa all’amministrazione, in cui la società «metteva nero su bianco» l’obbligo per il Comune di Trieste di «spendere circa 984 mila euro più Iva, quindi – annota Russo – circa un milione e mezzo di euro per spostare le linee ad alta tensione incompatibili con l’ovovia».
Richiesta che farebbe così salire i costi del progetto – considerando peraltro che nel preventivo di Terna sono già esclusi i costi e i tempi tecnici per le autorizzazioni, le opere di servitù per il cantiere e gli espropri – e «slittare in avanti con i tempi». I piloni della cabinovia infatti dovrebbero essere installati e operativi «entro dicembre 2025», tanto sul costone carsico che nel Porto Vecchio.
Un termine che «chiaramente è incompatibile con il nuovo intervento richiesto sulla linea elettrica». E a questo si aggiunge il passaggio della cabinovia sopra viale Miramare, dove passano le macchine, e la rete ferroviaria, per il quale «si potrebbe aprire – sostiene il vicepresidente del Consiglio regionale dem – uno scenario simile a quello di Terna», dato che «anche Rfi potrebbe avere qualcosa da ridire sul progetto», con «ulteriori ritardi e risorse da stanziare oltre il milione in questione».
Tutti «impedimenti» che il Comune «non condivide con i cittadini», obbietta il dem, ricordando peraltro che permane ancora il “no” del ministero della Cultura ai piloni per l’opera dentro al Porto Vecchio.
«L’impressione – insiste in conclusione Russo – è che l’ovovia sia un’opera che non si potrà fare: e se non è possibile, il Comune dica che non lo è»
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