L’incubo dell’ Intercity per Roma: lento, sudicio e tanto triste

A Mestre ti fanno pagare un biglietto di prima classe per vagoni fatiscenti
Silvano Trieste 15/02/2011 Presentazione treno ricondizionato, Riccardo Riccardi, Regione FVG
Silvano Trieste 15/02/2011 Presentazione treno ricondizionato, Riccardo Riccardi, Regione FVG

Ho letto gli articoli precedenti riguardanti Trenitalia e desidero associarmi alla protesta, con poca perizia nella scrittura rispetto ai miei predecessori ma con enorme piacere, per farmi sbollire un po’ la rabbia e l’indignazione, o forse per far sì che il tempo non le cancelli.

Probabilmente la rabbia che provo sarà comune a molti altri viaggiatori italiani, ma qui stiamo parlando della nostra città e quindi mi accingo a dire tutto ciò che ho pensato mille volte durante i viaggi, togliendo, per decenza, le parolacce che “condivano” i miei pensieri.

La mia professione di attrice mi obbliga a viaggiare spesso, e ho sempre preferito il treno (quando possibile) all’automobile o all’aereo (e anche sugli orari degli aerei ci sarebbe molto da dire, ma questa è un’altra storia...). Ho sempre pensato che il treno fosse un mezzo da incentivare, e in questo Paese se n’è parlato tanto o sbaglio? Si è detto molto anche di merci che dovrebbero viaggiare in treno, perché non inquina, perché a differenza dell’aereo ti porta direttamente nel centro delle città, perché il viaggio è un po’ più lungo e non costa tanto di meno ma è…a misura d’uomo!

A misura d’uomo? Non so più neppure che cosa significhi quest’espressione, la ripeto come i tanti luoghi comuni che si dicono ormai automaticamente, perché di “umano” il viaggio in treno , almeno dalle nostre parti, ha ben poco. A cominciare dall’altezza dei gradini sui quali devi arrampicarti come un ragno con bagaglio appresso. Lasciando pure perdere la mia età non più verde e la mia bassa statura, credo che sarebbe un vantaggio per tutti se abbassassero, o alzassero, insomma se facessero come fanno negli altri Paesi del mondo! Se penso ai poveri pendolari che devono salire e scendere quattro volte al giorno da quelle altezze mi viene da piangere… Ma non lasciamoci prendere dal sentimentalismo, anzi dal “buonismo” come si usa dire adesso! E poi, fossero tutti là, i disagi!

Data la mia partecipazione ad una ben nota fiction italiana che si gira a Roma, per ben tre anni ho fatto la spola Trieste/Roma/Trieste, per circa due volte la settimana, talvolta anche tre. Cominciamo col dire che la produzione della fiction, che mi prenota i viaggi, capisce subito che il treno si può prenotare facilmente on-line fino a Mestre, ma che da lì fino a Trieste devo arrangiarmi io.. perché naturalmente “A Mestre si cambiaaa”! E se già a Roma molti (sicuramente ignoranti ?) pensano che Trieste sia all’estero o addirittura non sanno dove sia, questo certo non aiuta a far capire che siamo invece sul suolo italiano.

Ma, dicevo, a Mestre si cambia, e si entra in un cosiddetto regionale, con biglietto non acquistabile da nessuna parte se non in stazione. Perciò dopo le varie “frecce” di tutti i colori, dove ti danno gli annunci anche in un inglese da Oxford e se sei in prima classe ti regalano il benvenuto con snack e giornale (in seconda niente, solo una poltroncina striminzita dove non sai se starci tu o la tua borsa) entri nel grigio/nero dei regionali, pagando alle volte stupidamente un biglietto di prima classe per un treno che di prime classi non ne ha... È ovvio che poi capisci, ma la prima fregatura c’è già stata.

Ah no, scusate. Un treno diretto c’è che fa Trieste-Roma e viceversa: è un Intercity che ci mette otto ore e qualcosa per un viaggio che può durare tre ore di meno, e quindi è quasi d’obbligo usare l’Eurostar che, naturalmente, costa!

Ma anche di questo Intercity vale la pena parlare. Ricordo quando, parecchi anni fa, vedevamo passare per Trieste i treni che arrivavano dall’Est, sudici, bui, tristissimi, e noi con un po’ di spocchia commiseravamo i poveri viaggiatori (chi ha la mia età si ricorderà sicuramente quella sensazione). Bene, ora siamo noi nelle stesse condizioni, e siccome penso che invece all’Est qualcosa di meglio sia avvenuto, adesso, temo, ci commiserano loro.

Ecco, questo è l’Intercity: sudicio, buio, tristissimo. Eppure, se non mi sbaglio a Trieste c’è (o c’era) una ditta che restaurava le carrozze, ma mi pare che stia chiudendo anche quella.... Quindi nessuna speranza!

E così, arrancando, di stazione in stazione, si arriva a casa arrabbiati e soprattutto molto tristi, chiedendosi ogni volta: è proprio una colpa abitare nel Friuli-Venezia Giulia? Siamo troppo pochi a usare il treno? Beh, ce ne saranno sempre di meno se continuiamo così; molti opteranno per altre mete, se possono, o per altri mezzi di trasporto. E i turisti, anche quelli diretti in Slovenia o in Croazia per le vacanze, continueranno a usare l’automobile scavalcando la nostra città.

È ovvio però che il racconto fatto fin qui vale solo se hai la fortuna di prendere una delle rare coincidenze possibili, perché il più delle volte la perdi oppure devi aspettare un’oretta. Allora ti ritrovi, come già raccontato da altri, nella “stupenda” stazione di Mestre dove, se il bar non è ancora chiuso e vorresti ingannare il tempo, devi sgobbarti la valigia su e giù per le scale, oppure te ne vai fino a Venezia sperando che la tua coincidenza parta da lì. E in quell’oretta, magari al freddo, in una stazione improponibile, cominci a dare sfogo ai famosi pensieri-con-parolacce e giuri che la prossima volta viaggerai in un altro modo.

Già! Ci ho provato! Un comodissimo treno notturno che partiva da Trieste per Napoli e ti permetteva (in vagone letto o cuccetta) di non perdere mezza giornata viaggiando, treno fra l’altro sempre affollatissimo perché molto utile anche alla gente che fa il mio mestiere, per poter andare a Roma e ritornare “su piazza” il martedì approfittando del giorno di riposo. Infatti, come ben sappiamo, in Regione siamo pieni di teatri con relativi teatranti, e da qualche anno, anche grazie alla Film Commission, vengono girati molti film. Insomma i “clienti” ci sarebbero.

Quel treno era utile anche ad altri lavoratori, perché si fermava in tutte le stazioni, fino a Napoli passando per Roma Tiburtina. L’ho fatto spesso questo viaggio notturno e sono certa che molti, sia di Trieste che di Udine, possono confermare le mie parole: era utilissimo!

Ecco, come sappiamo anche dai fatti di cronaca (scioperanti a Milano) hanno pensato bene di togliere pure questo convoglio, forse perché il cosiddetto vagone letto (in realtà un cubicolo ridottissimo da cui hanno tolto da poco il vaso da notte) costava troppo “poco” ? O perché era un treno troppo utile a tanti? Chissà!

Conclusione: quando trovo qualche amico compiacente mi faccio venire a prendere a Mestre... in macchina, cioè su gomma ! Potremmo metterci tutti insieme e pagarci una navetta Mestre-Trieste, ma non dicevamo che il treno non inquina?

Che altro aggiungere? Che ogni volta, quando arrivo a Trieste, la vista del golfo che si spalanca, così infinitamente bello, mi fa piangere non solo di commozione ma anche, sempre e ancora, di rabbia! Perchè penalizzare una città così bella, la città che Lonely Planet ha definito la più bella al mondo tra tutte quelle ignorate dal turismo, una città che affascina chiunque la visiti e che, fra l’altro, è anche capoluogo di Regione (o no?) Perché non rendere più facile raggiungerla e quindi aiutare questa città a non morire, consentendo così ai giovani di andare- perché è giusto vedere il resto del mondo - ma anche di ritornare come ho fatto io? I collegamenti sono importanti per lo sviluppo di un territorio e qui, di cose da fare, qui, ce ne sarebbero anzichè chiudere- chiudere- chiudere!

Mi chiedo, molto ingenuamente: non potremmo farci una ferrovia alternativa con i soldi della Regione e di qualche ricco privato? Dove sono finiti i lungimiranti investitori che, tanto tempo fa, hanno reso bella e importante la nostra città? I tempi cambiano, ma i ricchi esistono ancora...Sono tutti in Cina? Un bel trenino tutto nostro, che serva il Friuli e la Venezia Giulia e ci colleghi al resto d’Italia con più decenza. Se cominciassero una colletta, un obolo lo darei subito anch’io! Sogni infantili di una vecchia attrice già un po’ svanita, perdonate!

Infine, un accenno a Moretti. Viene qui per “chiudere” qualcosa, immagino, così poi i suoi conti torneranno! Ed è per questo che quando sul treno annunciano: “Stiamo arrivando a Trieste. Fine corsa del treno”, oscuri presagi mi pervadono l’anima.

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