L’impegno di Serracchiani: «L’Ass isontina sarà più autonoma»
Forse, è esagerato dire che l’Area vasta giuliano-isontina verrà spazzata via e si tornerà alla cara, vecchia Azienda sanitaria isontina con quattro realtà aziendali corrispondenti alle quattro province. Ma, quantomeno, il nostro territorio avrà «più autonomia» per quanto concerne la programmazione sanitaria.
Questo uno dei passaggi più importanti dell’intervento della presidente della Regione Debora Serracchiani che ha incontrato, ieri pomeriggio, i sindaci isontini, i consiglieri regionali del nostro territorio e il presidente della Provincia alla Camera di commercio nell’ambito degli incontri (programmati) dalla Cciaa. «Questa giunta regionale non condivide le tre aziende sanitarie - le sue testuali parole -. E, in questo, dissentiamo da quanto introdotto dalla giunta Tondo. Vi posso dire che stiamo lavorando ad un’ipotesi che mantenga l’autonomia dell’Isontino».
Di più, la governatrice non ha detto. Certo, lo snodo - secondo il sindaco di Gorizia Ettore Romoli - «è che si mantengano i bilanci separati delle varie Aziende. Perché non possiamo continuare a fare la stampella dell’esosa e supercostosa sanità triestina», l’osservazione fatta dal primo cittadino all’uscita dalla riunione. Bisognerà vedere se il suggerimento verrà preso in esame dalla giunta regionale (rappresentata ieri pomeriggio anche da Sara Vito). Per il resto, come è andato il tavolo? I sindaci, attraverso l’assessore comunale al Welfare di Gorizia Silvana Romano, hanno consegnato alla Serracchiani il documento approvato sabato nel corso della riunione plenario (ma dimezzata) nell’aula magna dell’Iti Galilei. Ma Serracchiani ha mostrato subito una idiosincrasia al termine “tagli”. «Per favore, non parliamo di tagli ma di riqualificazione della spesa. Non è possibile che arrivavamo, alla fine dell’anno, con Aziende sanitarie con i bilanci in attivo: le Ass non devono produrre utili solo per consentire ai propri direttori generali di ottenere un premio». Parole chiare, da sembrare quasi brutali. «Non abbiamo imposto alcun taglio alla sanità isontina. Abbiamo invece chiesto all’Ass una riqualificazione della spesa, in termini di gestione manageriale, di 16 milioni di euro lasciando inalterati i servizi ai cittadini. La sanità isontina, alla quale abbiamo garantito l’autonomia nel processo di riforma che stiamo impostando, rappresenta un modello - ha riconosciuto la presidente - per quanto riguarda l’integrazione fra ospedale e territorio». Ma secondo Serracchiani, «è tuttavia necessario un ulteriore sforzo di riequilibrio delle risorse verso l’assistenza territoriale, che risulta ancora carente. La riforma sanitaria che stiamo preparando non prevede la chiusura di ospedali, quanto piuttosto la riconversione di alcune strutture, rendendo nello stesso tempo più efficaci ed efficienti i servizi ai cittadini».Sulla spinosa vicenda dei Punti nascita la presidente si è limitata ad osservare che 11 reparti materni-infantili in regione sono troppi. «Nel processo di riforma è indispensabile un’alleanza con i sindaci e con i territori, purché non prevalga la logica della conservazione dell’esistente. Nelle condizioni del bilancio regionale, non ce lo possiamo semplicemente permettere». I sindaci, dal canto loro, hanno evidenziato che vanno tagliati i doppioni, alludendo alle due cliniche universitarie mentre Silvia Altran (Monfalcone) ha sottolineato la necessità di concretizzare il centro-amianto perché a chiederlo, con forza, è il territorio.
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