L’impegno di Conte: «Natale sarà senza sci. Non ripeteremo gli stessi errori di agosto»

Il premier in tv: «Stiamo lavorando per riaprire le scuole». E sulle zone rosse: «Se il trend continua così spariranno» 
25/10/2020 Roma,Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte
25/10/2020 Roma,Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte

ROMA Con 630 nuove vittime da Covid, in dieci mesi di pandemia l’Italia ha superato la soglia dei 50mila morti. Un dato impressionante. Il nostro Paese è sesto al mondo per numero di decessi, secondo in Europa dopo la Gran Bretagna. Età media dei deceduti, 80 anni. Mediamente con tre o più patologie concomitanti. E in leggera maggioranza uomini.

Nonostante tutto si vede qualche luce in fondo al tunnel. I ricoveri crescono, ma più lentamente: la diffusione del virus rallenta per via delle tante restrizioni. Però guai a voltare pagina spensieratamente. «Il periodo natalizio - dice Giuseppe Conte, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7 - richiede misure ad hoc. Si rischia altrimenti di ripetere il Ferragosto e non ce lo possiamo permettere: consentire tutte le occasioni di socialità tipiche del periodo natalizio non è possibile».

Il governo è concorde. Bisogna tener duro. Perciò sempre il premier avverte: «Sullo spostamento tra regioni a Natale, ci stiamo lavorando, ma se continuiamo così a fine mese non avremo più zone rosse». Sarebbe assurdo annullare questi sforzi con una riapertura troppo anticipata. E quindi, con buona pace delle categorie stremate economicamente dalle restrizioni, non ultima l’industria dello sci, il governo ritiene che non sia il momento di mollare.

Il più brusco è il ministro agli Affari regionali, Francesco Boccia, Pd: «Molti italiani non ci saranno più il prossimo Natale. Con 600-700 morti al giorno parlare di cenone è fuori luogo». E quanto a riaprire gli spostamenti tra regioni per Natale, «non ci sono le condizioni. Il sistema delle zone ha funzionato. Ora dobbiamo continuare così. Prima del Pil dobbiamo difendere salute e vita, poi arriverà anche il Pil».

Dalle parole di Conte emerge che mai come stavolta i leader europei stanno marciando in maniera coordinata. Anche perché ogni governante ha da fronteggiare in casa settori crescenti di contestazione. Parla di un «protocollo comune europeo» per le settimane bianche sulla neve. Ma vale anche per il ricorso al vaccino. «Non c'è un orientamento per l'obbligo del vaccino, ma lo raccomandiamo. L'obbligo è una scelta forte». Il premier annuncia che lui lo farà senz'altro «perché quando sarà ammesso sarà sicuro e testato».

E questa è la sua tabella di marcia: nei prossimi giorni una robusta iniezione da 2 miliardi nel decreto Ristori per le partite Iva, i lavoratori dello spettacolo e quelli del turismo; seguirà Consiglio europeo in cui si spera di superare il veto di Polonia e Ungheria al Bilancio della Ue; a Natale forse una cauta riapertura delle scuole; a fine gennaio partirà il piano di vaccinazione, «disponibile prima per le categorie vulnerabili ed esposte»; infine a febbraio dibattito in Parlamento sul piano nazionale per il Recovery Fund.

Nel frattempo sono in corso grandi manovre politiche. Confermata la fiducia all’ad della Rai, Fabrizio Salini perché «sta facendo bene». Per sé, dice di non avere ambizioni di capo politico. E quanto alla disponibilità di Forza Italia per votare lo scostamento di bilancio, «è emerso il loro senso di responsabilità». —


 

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