Liliana Resinovich, il rebus sulle ferite inferte da terzi segnalate già due anni fa
Il consulente di Sebastiano Visintin, marito di Lilly, le aveva riportate nella sua relazione inviata al medico legale incaricato dalla Procura, Fulvio Costantinides
I segni trovati sul volto di Liliana Resinovich «sono invero nel complesso modesti, e certamente non possono in alcun modo correlarsi a una causa di morte, ma gli stessi rilievi possono anche avere una causa non accidentale, bensì il significato di lesioni inferte da terzi».
Così, il 17 ottobre 2022, scriveva il medico legale Raffaele Barisani, consulente di Sebastiano Visintin, marito della 63enne. Una lettura che ora, stando alle indiscrezioni trapelate, troverebbe quindi in parte conferma nell’elaborato medico legale che i consulenti della Procura depositeranno entro il 15 dicembre.
Quelle considerazioni di Barisani erano contenute nelle osservazioni inviate a Fulvio Costantinides, il medico legale intervenuto il 5 gennaio 2022, quando il corpo era stato trovato nel bosco ai margini dell’ex Opp, e poi incaricato dalla Procura di stendere, assieme al radiologo Fabio Cavalli, la prima relazione medico-legale.
Barisani è stato l’unico medico legale a inviare delle osservazioni direttamente a Costantinides.
La consulenza medico-legale firmata invece da Vittorio Fineschi e Stefano D’Errico – incaricati dall’associazione Penelope che supporta il fratello e la nipote di Liliana – è stata depositata successivamente, assieme all’opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura. Anche quell’elaborato interpretava come lesioni inferte da terzi i segni sul volto
L’ipotesi del suicidio che il marito ha sempre scartato
Tornando alla prima relazione medico-legale dei consulenti della Procura, «nelle conclusioni – osserva Barisani – si ipotizzava un suicidio, senza chiara evidenza di un’azione di terzi. Se Visintin avesse avuto qualcosa da nascondere, quelle conclusioni sarebbero state perfette, avremmo potuto fermarci lì. Invece, con il legale di Visintin, Paolo Bevilacqua, abbiamo subito evidenziato che volevamo venisse fatta chiarezza su quei segni, che resto convinto siano lesioni provocate da qualcuno, assieme a quelle scoperte ora in sede di secondo esame autoptico». Barisani, oggi come allora, ha della perplessità sull’ipotesi suicidiaria: «Non ci si toglie la vita in quel modo, è quantomeno improbabile», sostiene.
Successivamente, alla richiesta di archiviazione del caso avanzata dalla Procura, Bevilacqua ha presentato opposizione chiedendo, oltre a un’analisi sugli abiti, sugli accessori indossati dalla donna e sui sacchi neri trovati infilati sul cadavere, anche il riesame dell’intero compendio anatomapatologico e istologico «che dirima in modo netto i dubbi che emergono in ordine alla ricostruzione della causa dell’evento morte come suicidiaria o omicidiaria».
Il legale di Visintin: «Interessati a nuovi possibili scenari»
Va ribadito che la causa della morte di Liliana resta l’asfissia. E che le lesioni, anche se venisse confermato che sono state inferte da terzi, non sono mortali.
Di fronte alle indiscrezioni emerse nelle ultime ore, l’avvocato del marito di Liliana dichiara: «Anche in ossequio di quelli che sono i principi deontologici da una parte e miei personali dall’altra – così Bevilacqua - non posso fare commenti su qualcosa che non è stato ancora depositato».
«Non ho in mano l’elaborato – continua – ho sentito i miei consulenti, Raffaele Barisani e Luciano Garofano, i quali mi hanno in linea di massima comunicato che gli esiti sarebbero diversi da quelli dalla consulenza Costantinides, ma siamo tranquilli perché abbiano fin dall’inizio aperto le porte di quella casa, con la massima disponibilità, offrendo a tutti quello che chiedevano».
Bevilacqua ammette che «anche noi restiamo stupiti che gli esiti siano diversi: potrebbero aprire quegli scenari che sono stati anticipati e che, come tutti, siamo interessati ad approfondire». L’invito del legale è comunque quello di «rispettare le tempistiche che sono state dettate dal giudice, senza fare anticipazioni. Poi, alla luce del sole, faremo le valutazioni dando ulteriormente un nostro contributo». —
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